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Romina Ashrafi, dramma familiare strumento dei media

Raccontare l’uccisione di una giovane ragazza non è sicuramente cosa semplice. Parliamo di un dramma, di una tragedia familiare che può solo suscitare sdegno e ferma condanna. Sono follie che spesso maturano in contesti sociali molto difficili, dove ignoranza e discutibili tradizioni la fanno da padrona. L’omicidio della giovane iraniana Romina Ashrafi è stato ancor più terribile perché il killer è il padre della ragazza, colui che doveva rappresentare il pilastro della sua vita. Romina, appena 14enne, si era innamorata di un uomo di 35 anni. Relazione sicuramente assurda per una ragazzina, ma che il padre ha affrontato nel modo più atroce.

I tanti perché di una tragedia

Cosa succede veramente quando un padre pensa alla vendetta invece di ascoltare da vicino sua figlia? Un padre, come custode della figlia, ha il diritto di infliggerle oppressione? O l’esercizio di questo diritto significa più responsabilità per la corretta educazione della ragazza? Non è tempo che le idee sbagliate di certi padri verso le figlie vengano scartate e trasformate in relazioni amichevoli anziché violente, autoritarie e oppressive? Molti psicologi credono che la giusta relazione di una ragazza con il padre impedisca deviazioni morali della ragazza.

I giusti modelli per le donne o le ragazze devono essere interpretati e insegnati correttamente e si dovrebbe spiegare la corretta e appropriata gestione del padre nella guida della famiglia, in modo da evitare qualsiasi tipo di abuso o violenza.

In verità, qual è il ruolo dei padri come primo uomo nella vita di una ragazza nel fare le giuste scelte sentimentali? Se una ragazza commette un errore, qual è il ruolo del padre? Di certo, la soluzione non arriva tramite minacce, punizioni e omicidi. Dobbiamo arrivare alle radici del problema prima che sia troppo tardi.

Romina Ashrafi e la strumentalizzazione dei media

Davanti una terribile tragedia che colpisce una giovane, l’umanità pietà dovrebbe impedire strumentalizzazioni e faziosità. Purtroppo, così non è stato per la morte della giovane iraniana Romina Ashrafi. Una certa stampa asservita non poteva certo farsi scappare l’occasione per attaccare l’Iran. Anche alcuni quotidiani italiani sempre in prima linea nell’attaccare l’Iran hanno sfruttato la morte di Romina per accusare la Repubblica Islamica dell’Iran di questo agghiacciante omicidio.

Purtroppo, le cronache di tutti i giorni ci avvelenano con atrocità di ogni genere provenienti da ogni parte del mondo, Italia compresa, ma come la storia ci insegna, l’Iran suscita sempre un interesse particolare. Di certo, a parlare male della Repubblica Islamica si “guadagna” tanto. Ma ci chiediamo: dei quotidiani brutali omicidi di donne e bambini che si verificano in Italia si accusa il regime italiano? Crediamo proprio di no. Infatti, le vesti vanno stracciate solo a comando.

Diritti umani, due pesi e due misure

Eppure, siamo costretti ad ascoltare il solito ritornello dei diritti umani violati, di un regime iraniano violento e criminale. A differenza vostra, Signori dell’informazione, noi non stiliamo articoli dietro laute ricompense da parte di ambigui personaggi, ma investiamo volontariamente il nostro tempo per cercare di intaccare quella vergognosa macchina di propaganda che da oltre 40 anni attacca l’Iran e il popolo iraniano. Non esistono regole, dignità e umanità davanti a questo atteggiamento criminale non meno cruento dell’omicidio di Romina.

Questi Signori hanno un personalissimo metro nel valutare buoni e cattivi. Non li vediamo mai stracciarsi le vesti davanti ai crimini del regime saudita in Yemen, dell’entità sionista in Palestina o del regime americano in ogni angolo del mondo. Questi regimi non violano i diritti massacrando donne e bambini? Qual è lo strumento per valutare un crimine e la violazione di un diritto? Differenzia da Paese in Paese? Purtroppo si!

Romina Ashrafi strumento per attaccare l’Iran

Ritornando alla giovane Romina, il padre si è consegnato alla giustizia e quindi pagherà per il suo orrendo crimine. La stampa iraniana tutta ha fortemente condannato l’episodio, auspicando maggiore impegno da parte di tutti nel combattere queste forme estreme di ignoranza e inciviltà.

In tutto questo accanimento anti-iraniano, in molti dimenticano che l’Iran è un Paese che resiste a 41 anni di attacchi armati, guerre imposte, tentativi di colpi Stato, ingerenze straniere, sanzioni brutali e violente campagna mediatiche. Ha resistito ed è più forte di prima, mantiene la sua libertà conquistata versando fiumi di sangue ed oggi è una potenza regionale. Non santifichiamo nessuno, è ovvio che in Iran come in ogni altro Paese sussistono dei problemi, aspetti sociali e culturali che potrebbero essere migliorati. Ma ciò non può giustificare una vile campagna mediatica che offende la storia di questo Paese, la sua cultura, la sua religione e la dignità del suo popolo. Chi scrive conosce bene l’Iran, cammina per le strade di Teheran, conosce i giovani iraniani e la società iraniana nel suo complesso.

Cari Signori, avete offeso la memoria della giovane Romina Ashrafi, avete utilizzato la sua morte per i vostri sporchi ma ben remunerati attacchi all’Iran. Siete solo dei vili mercenari, ma sappiate che combatteremo ogni vostra menzogna.

Un ultimo saluto lo porgiamo a te piccola Romina, che Dio possa donarti la pace e la serenità che meritavi e che questo sporco e vile mondo ti ha negato.

di Yahya Sorbello

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