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Hamas: Mossad traffica droga nei campi profughi

Un alto funzionario del gruppo della Resistenza palestinese di Hamas, Ahmed Abdul Hadi, ha rivelato che l’agenzia di spionaggio israeliana, il Mossad, contribuisce a svolgere un ruolo importante nel traffico di stupefacenti nei campi profughi palestinesi in Libano.

Hamas: droga per minare spirito di resistenza del popolo palestinese

Il rappresentante di Hamas in Libano, Ahmed Abdul Hadi, ha affermato che un certo numero di trafficanti di droga sono stati arrestati, osservando che il Mossad è coinvolto nel traffico e nella distribuzione di droghe nei campi palestinesi in Libano, secondo quanto riferito dall’agenzia al-Ray al-Youm. Il funzionario palestinese ha aggiunto che le droghe vengono vendute nei campi palestinesi a prezzi economici per minare lo spirito di resistenza della nazione palestinese.

Il Libano ospita circa mezzo milione di palestinesi nei campi profughi che nel corso dei decenni sono diventati quartieri affollati e oltre un milione di siriani che sono fuggiti dall’aggressione militare contro il loro Paese.

I rifugiati palestinesi e siriani che vivono in spazi ristretti, compresi campi improvvisati dove mancano i servizi di base come l’acqua, sono particolarmente vulnerabili alla malattia e all’abuso di droghe.

Diritti negati

Ai rifugiati palestinesi viene negato l’accesso ai servizi sanitari negli ospedali del governo libanese. Mentre, 28 strutture sanitarie gestite dall’Unrwa forniscono servizi sanitari primari. Le condizioni di salute croniche o gravi vengono trasferite negli ospedali gestiti dalla Mezzaluna rossa palestinese. L’Unrwa assiste i rifugiati palestinesi pagando una minima parte dei costi per l’assistenza specialistica negli ospedali libanesi privati. Questi sforzi, tuttavia, non hanno fornito cure adeguate ai rifugiati palestinesi e sono diminuiti ancora di più dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di tagliare i finanziamenti per l’agenzia.

La situazione degli oltre 1,5 milioni di rifugiati siriani in Libano non è migliore. L’Unhcr è responsabile di garantire che i rifugiati siriani abbiano accesso ai servizi di assistenza sanitaria in Libano. Anche prima della pandemia di Covid-19, ci sono stati problemi persistenti di accesso e disponibilità oltre ai servizi di assistenza sanitaria di base.

In passato, il governo libanese ha sistematicamente escluso i rifugiati palestinesi e siriani dalle iniziative di sanità pubblica. Nel 2018, ad esempio, il ministero della Salute ha lanciato una campagna nazionale per la diagnosi precoce del carcinoma mammario volta a “solo donne libanesi”, ed ha escluso le donne straniere residenti in Libano, tra cui palestinesi e siriani.

di Yahya Sorbello

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