Medio Oriente

Piano del regime saudita per indebolire Hezbollah

Il piano dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti per affrontare il gruppo della Resistenza libanese di Hezbollah prevede una serie di iniziative ed è composto da quattro assi, tra cui: l’asse politico, l’asse economico, l’asse dei media e l’asse militare.

Asse politico Hezbollah

I sauditi hanno pensato di isolare politicamente Hezbollah, cioè di fare pressione sugli Stati arabi per designare il Partito di Dio come formazione terroristica. Nel marzo 2016, il Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) e la Lega araba hanno dichiarato Hezbollah una “organizzazione terroristica”. Nello stesso mese, il governo saudita ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman ed ha confermato la decisione del Gcc in merito alla designazione di Hezbollah. Questo cosiddetto blocco politico su Hezbollah è stato uno degli aspetti principali del perno politico del piano saudita. Il piano prevedeva che il Consiglio di sicurezza emettesse risoluzioni che isolassero ulteriormente Hezbollah.

Un anno dopo, nel 2017, gli Stati arabi hanno tentato di identificare Hezbollah come “organizzazione terroristica” in dichiarazioni rilasciate nei vertici arabi, ma questo passo ha incontrato una grande protesta da parte della delegazione libanese. Dopo l’inutile lotta per isolare Hezbollah a livello regionale e internazionale, è stato rivolto un appello ai movimenti politici allineati ad Hezbollah in Libano, in particolare ai partiti cristiani come il Free Patriotic Movement e il Marada Movement, per non parlare del sostegno alle figure anti-Hezbollah. Inoltre, il piano saudita si è concentrato sul “sostegno di figure politiche e finanziarie influenti all’interno dello spettro sciita” – per così dire – e sul “reclutamento di giovani leader all’interno dello stesso movimento libanese”.

Asse economico

Il perno economico ha occupato uno spazio considerevole nella cosiddetta iniziativa di indebolimento di Hezbollah basata sul principio di prosciugamento dei fondi. É stato presentato un piano per “intensificare la supervisione dei trasferimenti bancari in Libano“. Fondamentalmente, i trasferimenti bancari dall’Arabia Saudita al Libano si sono fermati per due anni nel 2016 e nel 2017. Riyadh ha vietato la consegna di denaro a Beirut durante questi due anni, tranne con la sponsorizzazione, la documentazione e la verifica dei fondi. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno imposto misure di terrorismo economico sulle banche e le organizzazioni libanesi vicine al Partito di Dio. 

Per gettare altra benzina sul fuoco, il Ministero degli Interni del Regno ha messo in guardia contro qualsiasi interazione con Hezbollah e minacciato qualsiasi cittadino o straniero residente nel Regno di sostenere, finanziare o promuovere il gruppo della Resistenza. Quindi, i sauditi hanno cercato di “impedire alla Resistenza libanese di infiltrarsi nei porti di entrata internazionali (Beirut International Airport e il porto di Beirut) applicando pressioni attraverso l’influenza commerciale e turistica saudita, insieme ai piani per costruire un aeroporto internazionale alternativo lontano dal controllo di Hezbollah”.

Un altro punto della fantasiosa sezione economica del piano saudita è “sostenere progetti e imprese di piccole e medie dimensioni per una grande parte della forza lavoro giovanile, in particolare gli sciiti, per non dipendere più da Hezbollah per il sostegno finanziario, ma anche per definire progetti per attirare questi giovani e allontanarli da Hezbollah”.

Asse dei Media

Il piano saudita ha fatto luce sull’importanza di sostenere i Media e le reti televisive libanesi “per contrastare le politiche di Hezbollah”. Questo non è un nuovo problema nella politica saudita. Quattro anni fa, il quotidiano al-Akhbar ha pubblicato un documento segreto del ministero degli Esteri saudita in collaborazione con Wikileaks, in cui si riportava che l’Arabia Saudita aveva donato due milioni di dollari alla rete libanese Mtv per motivi tecnici e politici. Nel 2010, l’Arabia Saudita aveva minacciato la rete libanese Lbci, “invitandola” a non andare troppo lontano con le sue posizioni riguardo a Riyadh.

Asse militare Hezbollah

Il piano saudita ha cercato di intensificare la piena sorveglianza di ciò che sosteneva fosse “il contrabbando di armi per Hezbollah” e l’attivazione del ruolo delle forze delle Nazioni Unite per monitorare le frontiere terrestri e marittime del Libano con la Siria. Ma ancora più importante, il piano ha incoraggiato la creazione di “centri di scouting per formare i giovani a livello nazionale e inviarli in corsi stranieri in modo che possano essere la base per le future organizzazioni militari e di sicurezza e, se necessario, per affrontare Hezbollah a livello nazionale”. Il piano sottolinea che il sostegno saudita all’esercito libanese è possibile, ma dopo rassicurazioni circa il controllo e la presenza della Resistenza libanese all’interno di queste agenzie.

di Yahya Sorbello

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