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Myanmar, pena di morte per schiacciare opposizione

Il governo militare del Myanmar utilizza la pena capitale come strumento per schiacciare l’opposizione al suo governo, condannando a morte più di 130 oppositori del regime dal febbraio 2021, afferma un alto funzionario delle Nazioni Unite.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha dichiarato venerdì che almeno undici giovani attivisti sono stati condannati nelle ultime settimane. Turk ha chiesto la sospensione di tutte le esecuzioni e l’imposizione di una moratoria sull’uso della pena di morte. “I militari continuano a tenere procedimenti in tribunali segreti in violazione dei principi fondamentali del giusto processo e contrari alle fondamentali garanzie giudiziarie di indipendenza e imparzialità”, ha affermato in una nota.

I militari hanno anche mostrato disprezzo per gli sforzi di pace regionali e internazionali “ricorrendo all’uso delle condanne a morte come strumento politico per schiacciare l’opposizione”, ha dichiarato Turk.

L’Unione degli studenti dell’Università di Dagon a Yangon, la città più grande del Paese, ha annunciato giovedì che sette studenti universitari di età compresa tra i 18 e i 24 anni arrestati il ​​21 aprile sono stati condannati a morte mercoledì da un tribunale militare nella prigione di Insein a Yangon. Un membro esecutivo dell’Unione degli studenti dell’Università di Dagon ha dichiarato all’Associated Press che i sette sono stati accusati di legami con un movimento armato urbano contrario al governo militare e sono stati condannati per aver presumibilmente preso parte alla sparatoria a un direttore di banca ad aprile.

Genocidio in corso nel Myanmar

Circa duemila persone sono state uccise da quando i militari hanno preso il potere e rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, ha dichiarato Duwa Lashi La, capo di un governo civile istituito in opposizione al regime militare.

Duwa Lashi La, il presidente ad interim del governo di unità nazionale, che comprende i resti dell’amministrazione del leader deposto Aung San Suu Kyi, ha dichiarato a Reuters che il bilancio delle vittime è molto alto ma è “il prezzo che dobbiamo pagare” per resistere ai militari.

La repressione delle proteste pacifiche contro il governo militare ha ora alimentato un movimento di resistenza armata popolare che, a sua volta, ha aumentato la repressione da parte dei militari, in particolare nelle aree rurali del Myanmar.

di Redazione

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