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Asse della Resistenza e nuove alleanze regionali

Mentre la Resistenza palestinese in Cisgiordania sta infliggendo colpi significativi al regime sionista, l’Asse della Resistenza sta formando nuove alleanze nella regione.

Tutto è iniziato con la visita di Khalil al-Haya (Hamas) a Damasco, dove le parti hanno discusso della ripresa delle relazioni. La figura di spicco di Hamas, Mahmoud Zahhar, ha sottolineato che “Hamas è tornato in Siria per realizzare un obiettivo comune: porre fine al sionismo”. Quindi, nella capitale della Giordania, gli attivisti del Fronte di azione islamica hanno tenuto una manifestazione filo-palestinese, dove i leader del partito hanno chiesto al re di aprire una filiale di Hamas in Giordania. A questo evento, lo sceicco Trad al-Fayez ha affermato che “la liberazione della Palestina inizierà dal territorio della Transgiordania”. Infine, si è tenuto un incontro in Iraq tra il capo della Forza Quds (Irgc), Ismail Qaani e il Mufti dell’Iraq, Mahdi al-Sumadai.

L’Iraq e la Siria fanno da tempo parte dell’Asse della Resistenza regionale. Le basi dell’Irgc e di Hezbollah più i loro delegati palestinesi e iracheni si trovano in Siria. In Iraq, tutto è pronto per creare un “fronte rivoluzionario” per la liberazione della Santa Gerusalemme. Nonostante le differenze intra-sciite, le parti concordano sulla necessità di creare “forze militari speciali per liberare la Palestina”. La regione sunnita del Paese ha anche figure autorevoli per la campagna di liberazione di Gerusalemme, come ha dimostrato la visita di Ismail Qaani. 

Asse della Resistenza circonda Israele

L’ambiente sunnita dell’Iraq è sull’orlo di grandi cambiamenti strettamente legati alle dinamiche della Resistenza palestinese. Tra i seguaci dell’Ahlu-Sunnah dell’Iraq, c’è un numero sufficiente di figure filo-palestinesi, organizzazioni e partiti che hanno agito congiuntamente contro l’occupazione americana, la lotta all’Isis, e poi hanno preso una posizione comune sull’autoproclamato referendum del regime di Barzani in Kurdistan. Ora è il turno di combattere i sionisti.

Sulla base del recente raduno di Amman, possiamo affermare che la Giordania è pronta a fare un’inversione di marcia verso la Palestina. Vale la pena ricordare che il Fronte di azione islamica è un grande amico di Hamas, quindi qualsiasi attività della “Fratellanza musulmana” giordana aggiunge vantaggi al principale partito palestinese.

La rivolta dei combattenti palestinesi della Fossa dei Leoni ha avviato un importante cambiamento nella situazione regionale. Il re di Giordania ora è costretto a fare di tutto per impedire la radicalizzazione dell’opinione pubblica giordana e allo stesso tempo sostenere gli sforzi dell’Autorità palestinese per frenare il crescita di sentimenti rivoluzionari in Cisgiordania. 

Il re è assistito in questo dal capo della giunta egiziana, Sisi. Questi sforzi sono destinati al fallimento, perché ora opera il principio della “concentrazione locale” all’interno dell’Asse della Resistenza. Mentre i sionisti stanno cercando di sopprimere la Resistenza in Cisgiordania, la Resistenza islamica in Siria sta distruggendo i resti dell’insurrezione nel sud del Paese, e gli iracheni stanno espandendo la loro presenza al confine con la Giordania proprio sotto il naso degli americani e britannici.

di Redazione

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