Maccheroni hanno radici in Iran
Nel corso della storia recente, la forma moderna della pasta italiana è arrivata in Iran. Tuttavia, è un errore pensare che gli iraniani siano estranei ai maccheroni e alla pasta in generale. In effetti, una delle più antiche testimonianze scritte di maccheroni è lakhsha, conosciuta nelle parti orientali dell’Iran e dell’Afghanistan come lakhshak, presumibilmente “inventata” dal re sasanide Khosrow. La stessa parola raggiunse l’Asia centrale e l’Europa orientale, diventando lapsha in Russia e laska in Ungheria, entrambi con il significato di “noodles”. Forse il maccherone più famoso in Iran oggi è reshteh (che letteralmente significa “corda”), che è protagonista del sostanzioso piatto di fagioli, erbe, noodle ash reshteh e reshteh polow (pilaf con noodles).
Il Khingal, un piatto popolare in Azerbaigian, è fatto di tagliatelle larghe, non dissimili dalle lasagne, che vengono bollite, poi condite con agnello e cipolla macinati, yogurt e olio di menta, un condimento utilizzato anche per molti piatti di pasta in Turchia, come i manti (mini gnocchi).
In Iran, qualsiasi pasta in generale si chiama ormai maccheroni nell’uso domestico (se non contiamo le tendenze degli ultimi anni, dove si possono trovare penne e fusilli nei menù dei ristoranti, con tanto di divertenti pronunce iraniane).
Maccheroni in “salsa iraniana”
La tipica salsa di maccheroni è sicuramente ispirata alla classica salsa alla bolognese, ma da qualche parte è stata addomesticata per adattarsi al palato iraniano, con tanta cipolla dorata, un tocco di curcuma, cannella e zafferano e solo un pizzico di pasta di pomodoro. Sorprendentemente, il metodo per cucinare i maccheroni iraniani è esattamente lo stesso del riso iraniano: sbollentato, scolato e poi cotto a vapore sotto un coperchio ricoperto di canovaccio per un tempo troppo lungo per la pasta, che come ricompensa si traduce in un fantastico “makaroni tahdig”, imbevuto degli oli e dei sapori della salsa iraniana.
di Redazione