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Karabakh, Croce Rossa teme crisi umanitaria

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha avvertito della crisi umanitaria e sanitaria in corso nella contesa regione del Nagorno-Karabakh. Purtroppo, i combattimenti tra Azerbaigian e Armenia continuano nonostante il cessate il fuoco

Martin Schweb, direttore del Cict nella regione dell’Eurasia, ha dichiarato martedì che “centinaia di migliaia” di persone in tutta la regione sono state colpite, con i servizi sanitari messi a dura prova e in alcuni casi persino attaccati. “Oggi, dopo due settimane di violente battaglie che purtroppo si stanno ancora intensificando, vediamo che ci sono centinaia di migliaia di persone colpite nella regione”, ha dichiarato Schweb.

Il Karabakh è internazionalmente riconosciuto come parte dell’Azerbaijan, ma è detenuto da separatisti di etnia armena sostenuti dall’Armenia dal 1992, quando si staccarono dall’Azerbaigian in una guerra che uccise circa 30mila persone. 

Nel 1994, è stato istituito un cessate il fuoco e Francia, Russia e Stati Uniti – conosciuti come il “Gruppo di Minsk” – hanno avuto il compito di trovare una soluzione duratura al conflitto. Ma per decenni, il gruppo non è riuscito a fermare sporadici combattimenti e ad attuare quattro risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono alle forze militari di lasciare i territori occupati e di consegnarli all’Azerbaigian.

Gli ultimi combattimenti nella regione sono iniziati il 27 settembre e hanno causato centinaia di vittime, con le parti che si accusano a vicenda per aver istigato i combattimenti. 

Karabakh, cessate il fuoco violato dalle parti

Un cessate il fuoco è stato raggiunto nelle prime ore di sabato tra le due parti durante i colloqui in Russia. Nonostante il cessate il fuoco, che mirava a consentire uno scambio di detenuti e il recupero dei corpi dal campo di battaglia, la Croce Rossa ha dichiarato di non essere stata in grado di procedere effettivamente per imporre tale scambio. 

Schweb ha sottolineato che i colloqui sono ancora in corso per raggiungere uno scambio di corpi e prigionieri tra le due parti, che è uno degli obiettivi della tregua che non è stata attuata.

La Turchia, che sostiene con forza l’Azerbaigian nella regione e ha storicamente pessimi rapporti con l’Armenia, è accusata di aver inviato mercenari dalla Siria ad operare in Karabakh. 

La Russia, uno stretto alleato dell’Armenia, ha già avvertito che i combattimenti potrebbero trasformare la regione contesa in un trampolino di lancio per i terroristi, che potrebbero minacciare la sicurezza della regione.

di Yahya Sorbello

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