Gilet gialli: tensione tra Italia e Francia
Che tra il presidente francese Macron e i vicepremier italiani Di Maio e Salvini non corresse buon sangue lo si era capito già da tempo, in particolare sulla questione migranti, qualche mese fa. Espressioni di modelli politici molto distanti, quando non antitetici, questa volta, i tre si stanno duramente confrontando su una questione di politica interna francese: i famigerati gilet gialli. Un duro botta e risposta nato da un palese apprezzamento ed una offerta di appoggio da parte soprattutto di Luigi Di Maio, particolarmente entusiasta del modello di protesta attuato dai contestatori del governo Macron. Un appoggio che si è spinto fino all’offerta di collaborazione con il M5S tramite la piattaforma Rousseau.
La ministra francese agli Affari Europei, Nathalie Loiseau, non le ha mandate a dire dichiarando: “Che i signori Salvini e Di Maio imparino a fare piazza pulita davanti alla loro porta”. Del resto, uno dei principi cardine del M5S era proprio la rinuncia a prendere posizione su quanto succede all’estero, ma in questi mesi, parecchi di quelli che sembravano essere principi inamovibili del Movimento e del relativo programma elettorale, sono mutati, trasfigurati, se non svaniti del tutto.
La risposta di Luigi Di Mai alla Loiseau, rigorosamente su Facebook, non si è fatta attendere e, perfettamente in linea con lo stile e la dialettica pentastellata, così recita: “Forse si dimentica di quando il suo presidente, Emmanuel Macron, parlando del nostro governo ci aveva paragonato alla lebbra“. Il riferimento è alla disamina di Macron sui populisti d’Europa, tra i quali vanno inclusi ovviamente anche i nostri attuali governanti, che, a dire del presidente francese, stanno proliferando anche laddove si credeva non sarebbero mai attecchiti.
Del resto l’Eliseo, fino ad oggi si è tenuto fuori dalla bagarre, affermando che il premier Giuseppe Conte viene considerato l’unico interlocutore del presidente Macron e che comunque non ci sarà nessun intervento da Bruxelles, trattandosi appunto di una questione prettamente interna.
Sempre secondo Di Maio, l’atteggiamento del governo francese nei confronti della sua presa di posizione sulla vicenda, sarebbe quanto meno ipocrita, in quanto lo stesso Macron, in più occasioni non ha lesinato critiche ed offese all’operato del governo Conte fin dalla sua nascita ed anche prima che esso si formasse.
Non mancano, all’interno dello stesso M5S, voci che prendono le distanze dall’entusiastico appoggio di Di Maio ai gilet gialli. Voci come quello della senatrice Elena Fattori, molto spesso critica con i vertici del Movimento, la quale tiene a puntualizzare come la rivoluzione dei gilet gialli sia spesso ispirata dalla violenza e dallo scontro fisico, mentre quella messa in atto dal M5S sia un “rivoluzione gentile”, da parte di quelli che lei considera dei “francescani della politica”.
di Massimo Caruso