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Salva Carige, ora tocca al governo GialloVerde

È il decreto Salva Carige, la banca di Genova, il primo provvedimento di natura economica a salvaguardia degli istituti di credito messo in atto dal governo GialloVerde. Il governo Salvini-Di Maio ha messo mano alla cassetta degli attrezzi che i governi Renzi e Gentiloni avevano utilizzato per sistemare le banche venete; il tesoro non farà altro che garantire le emissioni di strumenti di liquidità ed inoltre come nel caso Mps si riserva di intervenire nel capitale. Governo nuovo e prassi vecchie verrebbe da dire se non fossero partiti i primi distinguo da parte del vicepremier Di Maio che ha cercato di smussare le polemiche.

salva-carigeE’stato un Cdm lampo durato appena 10 minuti ad approvare un intervento graduale per evitare un collasso dell’istituto ed evitare un effetto contagio pericoloso. A prima vista le dinamiche sono uguali a quelle messe in atto dal governo Gentiloni all’apice della crisi delle popolari venete e del Mps e fu proprio il governo di centro-sinistra a costituire un fondo ad hoc con 20 miliardi, 16 per il rafforzamento patrimoniale e 4 per concedere garanzie sui nuovi prestiti.

Nel caso del salvataggio di Carige il governo GialloVerde annuncia: “Viene prevista la possibilità per la banca di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono nella concessione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione, ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia. In stretto raccordo con le istituzioni comunitarie, le garanzie previste saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato”.

Due anni fa partivano le Gacs che sono una forma di garanzia pubblica che ha consentito agli istituti di impacchettare in strumenti finanziari i crediti più difficili intervenendo sulla parte meno rischiosa; la garanzia ha permesso di spuntare prezzi più accessibili alle banche che hanno così ripulito i propri libri contabili.

Le somiglianze non finiscono qui visto che a legger il comunicato del governo, le garanzie cui si fa riferimento sono altre: quelle sui nuovi bond emessi da parte della banca o sui finanziamenti straordinari erogati dalla Banca d’Italia/Bce, che rispondono al nome dell’Ela (Emergency liquidity assistance) che è scattata a supporto delle banche greche. Anche le banche venete ed Mps, altra analogia col passato, poterono contare sulle garanzie per i nuovi bond (lo Stato si accordò con l’Europa per coprire fino a 150 miliardi): fino a metà 2017, furono utilizzate per emettere circa 15 miliardi pagando una commissione di circa l’1 per cento.

Nel Decreto legge approvato ieri in tutta urgenza compare però un secondo tipo di intervento che è molto più invasivo ed è la ricapitalizzazione precauzionale diretta da parte dello Stato. Non è altro che l’edizione giallo-verde di quello che il governo di centro-sinistra mise in atto nei confronti di Mps e che tentò di estendere senza successo alle popolari venete che però non vennero ritenute sistemiche per l’eurozona.

Come nel caso Mps, per Carige è stata accertata la difficoltà dell’istituto tramite stress test svolto dalle autorità di vigilanza; serve proprio un accertato deficit patrimoniale in caso di scenari avversi per consentire la ricapitalizzazione precauzionale, senza far scattare il bail-in (ovvero l’azzeramento di azioni e obbligazioni subordinate per assorbire le perdite). La banca in questione deve essere poi solvibile e la sottoscrizione di fondi propri da parte dello Stato – dettaglia la Bce – deve avvenire “al fine di rimediare a una grave perturbazione dell’economia del Paese e di preservare la stabilità finanziaria.

“Salvini e Di Maio si devono vergognare”, afferma in un video l’ex premier Matteo Renzi visto che lui e Maria Elena Boschi vennero crocifissi più volte sulla questione del salvataggio delle banche. Sempre dal Pd, Luigi Marattin pone una domanda: “Di che natura sono i rapporti tra il Premier Conte ed il suo socio Alpa che è consigliere Carige, ed essendo egli stesso consulente di Mincione che è un socio Carige? Il Premier Conte si è astenuto sul Decreto Salvabanche? E’uscito dall’aula come vorrebbe la prassi?”.

Polemiche che non accennano a diminuire, ma alla fine è emblematico come il tanto decantato governo del Cambiamento, alla fine della fiera, si stia dimostrando fallace in molte azione osannate durane la campagna elettorale e come la realpolitik stia mettendo spalle al muro la gestione quotidiana della nazione dovendo scendere a continui compromessi, cosa che prima dell’avvento del governo Giallo-Verde veniva vista come un qualcosa di deprecabile ma che alla luce dei fatti è impossibile da ignorare.

di Sebastiano Lo Monaco

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