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Palestina, sfruttamento israeliano delle risorse naturali

Palestina – Per molti anni, i palestinesi residenti nella Valle del Giordano sono stati oggetto di attacchi organizzati da parte delle autorità di occupazione israeliane e di gruppi di coloni ebrei con l’obiettivo di sfollarli e impossessarsi delle loro terre.

Le autorità israeliane hanno utilizzato tutti i modi possibili per prendere il controllo delle terre palestinesi, compresa la politica di stabilire insediamenti agricoli e di pascolo. Negli ultimi anni, l’attività di insediamento agricolo è aumentata nella Valle del Giordano, conosciuta anche come il paniere alimentare della Palestina.

Vacche da latte per economia israeliana

Parlando con il giornalista del PIC, l’attivista locale Aref Daraghmeh ha affermato che le autorità di occupazione israeliane (Ioa) hanno stabilito più di 36 insediamenti e avamposti nella Valle del Giordano dopo la sua occupazione nel 1967, inclusi 14 insediamenti agricoli.

L’Ioa ha anche preso il controllo di tutte le fonti d’acqua della zona, dopo aver sequestrato più di 150 pozzi. Gli insediamenti agricoli nella Valle del Giordano, ha detto Daraghmeh, sono considerati le “vacche da latte” per l’economia israeliana.

La terra è coltivata con tutti i tipi di ortaggi e alberi da frutto, in particolare palme e piante medicinali. Daraghmeh ha inoltre affermato che negli ultimi cinque anni l’Ioa ha avviato una nuova politica di insediamento volta a rubare ciò che restava delle terre della Valle del Giordano, denominata politica di insediamento al pascolo.

Otto nuovi avamposti di pascolo sono stati istituiti nella Valle del Giordano, dove i coloni hanno portato le loro mucche e pecore a pascolare nei terreni agricoli palestinesi.

Non si ferma il saccheggio della terra di Palestina

Da parte sua, il funzionario palestinese responsabile degli insediamenti israeliani nelle aree settentrionali della Cisgiordania, Ghassan Daghlas, ha sottolineato che la politica degli insediamenti agricoli è uno degli strumenti israeliani per prendere il controllo delle terre palestinesi nella Valle del Giordano.

Daghlas ha chiarito che la politica degli insediamenti agricoli è solitamente legata alla collocazione di baracche di bestiame nelle aree degli insediamenti illegali o in aree militari chiuse da concedere successivamente ai coloni.

Secondo B’Tselem, la Valle del Giordano e il Mar Morto settentrionale si estendono per circa 160mila ettari, comprendendo quasi il 30% dell’area totale della Cisgiordania. Nel 2016 vivevano lì circa 65mila palestinesi e 11mila coloni. 

Israele sfrutta quasi tutta la Valle del Giordano e il Mar Morto settentrionale per i propri bisogni e impedisce ai palestinesi di entrare o utilizzare circa l’85% dell’area: che si tratti di costruzione, posa di infrastrutture, pastorizia o agricoltura.

Quasi il 90% di questa regione è stata designata Area C, la terra della Cisgiordania che rimane sotto il pieno controllo israeliano e costituisce quasi il 40% di tutta l’Area C. Quasi il 50% dell’area è definita “terra demaniale” – più della metà delle quali era già designata come tale sotto il dominio giordano – prima che Israele occupasse l’area nel 1967.

Circa il 46% dell’area è stata dichiarata zona militare chiusa, comprese le giurisdizioni municipali degli insediamenti israeliani e 11 zone di tiro; circa il 20% dell’area è stata dichiarata riserva naturale; e altre aree sono state assegnate ai consigli regionali degli insediamenti.

di Redazione

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