Usa: tra bufale mediatiche e armi all’Isis
di Redazione
Dopo la liberazione di Falluja, avvenuta assai più rapidamente di quanto augurato e previsto dal Comando Usa, e malgrado l’aiuto quanto meno riluttante della cosiddetta Coalizione, fonti militari irachene stanno mettendo in imbarazzo i sedicenti “alleati”.
Contrariamente a quanto sbandierato dai media internazionali, l’attacco del 29 giugno al convoglio di miliziani dell’Isis in fuga dalla città è stato condotto interamente dall’aviazione irachena, perché la sedicente Coalizione a guida Usa si sarebbe rifiutata d’intervenire adducendo la scusa della presenza di civili fra i fuggitivi.
Dopo la distruzione della colonna, i miliziani superstiti sarebbero fuggiti abbandonando un’impressionante quantità di armi e veicoli, raccolti dalle forze irachene. Il fatto è che i militari di Baghdad hanno trovato una quantità definita impressionante di M-79 Osa, armi anticarro di fabbricazione serba fornite dal Dipartimento di Stato Usa ai cosiddetti “ribelli moderati” del Free Syrian Army per combattere l’Esercito di Damasco.
Per l’ennesima volta i fatti sbugiardano le menzogne del Dipartimento di Stato e le favole dei media, dimostrando quanto già conosciuto largamente da chiunque non sia mosso da assoluta mala fede: i legami fra i sedicenti “ribelli” e i terroristi conclamati sono più che forti e cementati da una stretta comunità di scopi e dagli ordini dei loro mandanti; la storiella del Dipartimento di Stato impegnato a combattere l’Isis è una barzelletta che non fa ridere neppure i bambini; gli Stati Uniti, dopo averlo fatto in tutti i modi, continuano ad aiutare come sempre le bande del “califfo”, puntando ancora e sempre su di loro per mantenere quella destabilizzazione dell’area funzionale ai loro interessi.
In tutto questo è semplicemente ignobile il ruolo dei media, complici e fiancheggiatori dell’imperialismo Usa, buoni a raccontare le più improbabili frottole di Washington o ignorare l’evidenza se scomoda per i loro padroni.