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Tunisia. Gruppi salafiti reclutano giovani per atti terroristici

di Cristina Amoroso

La Tunisia ha celebrato il terzo anniversario della sua Primavera Araba che diede l’avvio alle proteste in tutto il Medio Oriente e nel Nord Africa, quando il 17 dicembre il giovane 26enne Mohammed Bouazizi si immolò come forma di protesta per la povertà e la disoccupazione che attanagliavano la Tunisia di Ben Ali.

Nella stessa piazza sono in migliaia a ricordare quel giorno e ad esprimere la delusione per tre anni trascorsi nell’incertezza e nell’inquietudine di un Paese facilmente trasformabile in rivolta e manovrabile. Tre anni e quattro governi provvisori, le persone che vivono qui, nel calderone della rivoluzione, lamentano molte delle stesse ansie che incorniciavano la loro vita prima. Nonostante la rivoluzione, nonostante le promesse di nuove opportunità economiche, i tunisini sopportano l’aumento dei prezzi, la disoccupazione e l’instabilità persistente.

In questo clima instabile, mentre le forze di polizia hanno arrestato 300 giovani che hanno preso parte all’attacco della sede di Nessma, cresce la preoccupazione che centinaia di giovani tunisini siano stati reclutati attraverso una rete di ampliamento di gruppi estremisti di salafiti, addestrati poi a combattere in Siria, in gruppi collegati con al-Qaeda.

E non solo, le preoccupazioni si estendono anche all’interno del Paese, dove i giovani tunisini, diventati militanti, possono creare non pochi problemi. Lo afferma Mehdi Taje, direttore Global Prospect Intelligence e specialista delle tematiche in Nord Africa, “Anche se solo in 200 tornano, potrebbero causare problemi reali”.

Non manca il precedente dell’Algeria. Nel 1980 giovani algerini si recarono in Afghanistan per combattere le forze sovietiche, una volta tornati in patria alimentarono un movimento islamico e poi una guerra civile che ha ucciso circa 200.000 persone nel 1990. A distanza di venti anni l’Algeria è ancora alle prese con i ribelli, che si sono ritirati nel deserto.

La Tunisia che si trova tra l’Algeria e la Libia – secondo la polizia e gli ufficiali dell’esercito – già presenta alcuni segni della presenza di insorti salafiti che possono avere gettato le basi per un’insurrezione armata. Qui gruppi salafiti fondamentalisti hanno germogliato quasi in ogni città, traendo migliaia di giovani uomini e donne dalla loro parte, per compiere atti terroristici contro obiettivi già stabiliti.

Anche se la maggior parte dei salafiti sostiene che la loro attività è focalizzata essenzialmente sulla formazione, risulta chiaro da decine di interviste con le famiglie delle reclute, dagli analisti e funzionari governativi che un numero crescente di giovani  sono entrati nella militanza salafita: gli attacchi suicidi, precedentemente inauditi in Tunisia, sono l’ultimo segno della diffusione radicalizzata del reclutamento dei giovani per atti terroristici.

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