Terra dei Fuochi: proposto Daspo ambientale
Terra dei Fuochi – Da quando si è insediato il ministro dell’Ambiente italiano, Sergio Costa, sta lavorando alla stesura di una legge che possa rappresentare un serio argine contro i reati ambientali.
Il ministro parte da tre proposte: innanzitutto il cosiddetto Daspo ambientale, che prevede l’allontanamento dal territorio di chi si è reso responsabile di reati contro l’ambiente; poi che alcuni reati ambientali vengano trasformati da reati contravvenzionali a delitti veri e propri; infine, un sistema di confisca nei confronti di chi inquina del tutto simile a quello già applicato dallo Stato nei confronti dei mafiosi.
Una norma che non interesserà solo la Campania, ma tutte le Terre dei Fuochi italiane, ossia tutte quelle porzioni di territorio interessate dallo stoccaggio e dallo smaltimento di rifiuti speciali senza tuttavia avere impianti e strutture idonee all’uopo.
Nonostante gli strali lanciati dal presidente della Regione Campania, De Luca, il quale chiedeva a gran voce di cancellare il termine “Terra dei Fuochi” a tutela dei pomodori campani, l’emergenza ambientale permane, non essendo prevista la costruzione di nuovi impianti con conseguente perpetuarsi dei roghi di rifiuti.
I pomodori campani, eccellenza agroalimentare di quei luoghi assieme alla rinomata mozzarella di bufala, saranno pure stati dichiarati sani, ma il problema delle falde acquifere totalmente inquinate dopo anni di percolamento delle più svariate sostanze tossiche e cancerogene, permane in tutta la sua drammatica evidenza.
Le acque campane sono state dichiarate e certificate come altamente inquinate da Ispra già dal 2012 e da allora nulla o quasi si è fatto per porre rimedio ad una situazione che ad oggi non vede soluzione, se non nella proposta normativa del generale Costa, il quale si è comunque dichiarato favorevole ad un’attività di indagine su larga scala al fine di bonificare e mettere in sicurezza i siti interessati.
Oltre al rapporto Ispra sulle acque ve n’è uno ben più drammatico da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale rivela in tutta la sua allarmante evidenza la correlazione tra l’inquinamento in quelle zone (55 i comuni presi in esame tra le province di Napoli e Caserta) e l’incidenza dei tumori nella popolazione che vi risiede.
Un eccesso di morti per tumore rispetto alla media regionale, sia tra gli uomini che tra le donne, ma soprattutto tra i bambini “ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccessi di tumori del sistema nervoso centrale”.
di Massimo Caruso