Gli Stati Uniti potrebbero autodistruggersi di fronte al mondo. Questa potrebbe essere una buona cosa e nessuno sarà incolpato per questo tranne Joe Biden e i presidenti e le amministrazioni che lo hanno preceduto dopo Ronald Reagan, ciascuno con le proprie miserabili politiche dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991.
I “cambi di regime” orchestrati dagli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con il liberalismo o la democrazia, ma sono insediamenti di governi in Paesi stranieri che eseguono gli ordini di Washington. L’Ucraina ne è attualmente l’esempio più eclatante e pericoloso. In Pakistan, ad esempio, gli Stati Uniti hanno fomentato l’emarginazione dell’ex leader popolare Imran Khan perché si rifiutava di sostenere le politiche statunitensi nei confronti dell’Ucraina. Ci sono una miriade di altri esempi di questo tipo di azione, alcuni di successo e altri che hanno completamente fallito come, per esempio, in Venezuela o in Siria e anche adesso in Russia attraverso la guerra per procura in Ucraina.
Quale democrazia…
Al di sotto di questo allontanamento dal vero liberalismo e dall’onesta democrazia c’è stata una tale arroganza e trionfalismo a Washington che la vera democrazia esiste a malapena negli Stati Uniti. Ciò che resta non è “liberale” ma una sorta di totalitarismo radicale. Il professore in pensione della Princeton University e teorico politico Sheldon Wolin lo ha identificato quando l’ha definito non classico ma “totalitarismo invertito” in cui corporazioni e tirapiedi elitari hanno corrotto la vera democrazia mercificando e sfruttando ogni risorsa naturale e ogni essere vivente. Ciò ha portato gli Stati Uniti nella direzione del collasso sociale poiché i cittadini sono manipolati per rinunciare alle libertà che avevano e alla loro reale, effettiva partecipazione al governo anche se la maggior parte degli americani spesso non è nemmeno consapevole di ciò che è andato perduto.
La terribile ignoranza dei leader statunitensi che porta all’autodistruzione finale è stata ben rivelata la scorsa settimana dal generale Mark Milley, il capo dei “Capi di stato maggiore congiunti” delle forze armate statunitensi, quando ha affermato che il bilancio militare statunitense deve essere raddoppiato se l’esito della guerra per procura contro la Russia attraverso l’Ucraina mette in discussione l ‘”ordine mondiale basato su regole” che di per sé è uno scherzo risibile e di fatto ha portato a un diffuso “disordine”. Il budget per la “difesa” negli Stati Uniti è già di quasi un trilione di dollari, più di quello che i prossimi nove o 10 Paesi insieme spendono per difendersi. Questo da solo sta paralizzando gli Stati Uniti e conducendo verso la bancarotta totale, lo sgomento sociale e la disintegrazione.
Stati Uniti, unico candidato ufficiale alla Presidenza nel 2024
L’unico candidato ufficiale alla Presidenza nel 2024, che sta raccontando alcune verità che offendono l’establishment e potrebbero suscitare una scintilla di speranza per la salvezza degli Stati Uniti, per quanto difficile possa essere, è Robert F. Kennedy Jr., il nipote di JFK che è stato assassinato e che ha anche perso suo padre per assassinio (entrambi omicidi con presunta assistenza della CIA) durante la debacle della guerra del Vietnam.
Kennedy ha annunciato la sua candidatura a Boston e i principali media statunitensi hanno già annunciato l’insuccesso. Questo perché le elezioni presidenziali sono truccate e i media primari sono a braccetto con gli elitari e gli altri poteri negli Stati Uniti. Tra le molte altre questioni, Kennedy si è schierato contro il dominio dell’industria militare per quanto riguarda la politica degli Stati Uniti. Kennedy intende candidarsi alla presidenza nel 2024 come democratico, ma ha anche chiesto il sostegno dei repubblicani e della massa disamorata di elettori indipendenti che non si affiliano o si identificano con nessuno dei due partiti politici dominanti.
In ogni caso, la storia lo ha suggerito: imperi disperati e falliti come gli Stati Uniti hanno assunto negli ultimi decenni tendenze suicide.
di Martin Love
