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Sicilia, a chi appartiene la nostra Terra?

Arrivano gli elicotteri, fanno sbarcare i soldati, dopo un po’ un altro commando torna sul luogo, riporta via i soldati e si ristabilisce l’ordine in una sperduta campagna dell’entroterra. Non è una piccola cronostoria di un episodio bellico dei Balcani, bensì ciò che accade da diversi anni in provincia di Palermo, tra Corleone e Contessa Entellina, in uno dei principali bracci agricoli della Sicilia.

Se si specifica che si tratta di un’esercitazione, non ci sarebbe, tutto sommato, nulla di strano a prima vista: il problema sorge quando si specifica che i soldati in questione, non indossano la divisa dell’esercito italiano e gli elicotteri hanno le bandiere a stelle e strisce nelle loro fiancate. Ebbene sì, le verdi campagne siciliane, sono diventate un terreno di gioco e di esercitazione per alcuni reparti della marina Usa.

siciliaMa se prima questo tipo di esercitazioni accadevano una volta alla settimana, adesso l’appuntamento è a cadenza quasi quotidiana, con rombi di elicotteri che piombano sui paesini siciliani anche a notte inoltrata, gettando nel panico intere popolazioni.

L’idillio tra marines e la gente che abita nell’entroterra siculo, si è spezzato definitivamente ed ora si cerca un aiuto per tentare di far cessare questa incredibile escalation di vere e proprie invasioni di interi territori da parte di un esercito sulla carta straniero, ma che in realtà usa la Sicilia come dépendance di casa sua.

Sigonella, Niscemi, la questione Muos, adesso le esercitazioni in quel di Contessa Entellina, sembra che mai come adesso, gli Usa abbiano bisogno di sfruttare e spolpare fino all’osso un’isola decisamente svenduta dal governo centrale di Roma.

Quando da bambini, nelle scuole, si diceva che da qualche parte era arrivata la proposta nel 1943 di rendere la Sicilia come la cinquantesima stella della bandiera americana, spesso partivano grosse risate, come ad indicare un qualcosa di più futuristico che storico: ma proprio la storia, pare dimostrare che la posizione strategica della Trinacria, fa si che Washington la usi di fatto come un vero e proprio possedimento d’oltreoceano.

I più maliziosi, affermano che da quando il governo di Crocetta ha revocato le autorizzazioni per la costruzione del Muos di Niscemi, l’intensità delle esercitazioni nel palermitano siano notevolmente cresciute e servano quasi da ritorsione alla decisione presa da Palermo; tutto ciò è da dimostrare, ma di sicuro quello che più risulta insopportabile nella vicenda, è il silenzio che grava intorno a queste continue esercitazioni.

Un’intera popolazione è costretta da mesi a convivere con incursioni notturne e veri e propri scenari di guerra; ogni qualvolta il popolo siciliano tenta di alzare la testa per rivendicare i propri diritti, come avvenuto nella pacifica ed esemplare manifestazione di sabato contro il Muos a Niscemi, ci sono forze esterne che tentano di piegare il morale; avere sulle proprie teste quasi quotidianamente degli elicotteri con le bandiere americane, oltre che al fastidio materiale che comportano tali operazioni, sembra quasi voler simboleggiare ai siciliani chi realmente ha intenzione di comandare sull’isola.

Adesso, si spera che quantomeno il silenzio sulla vicenda si possa rompere e qualcuno possa riferire nelle sedi opportune come mai gli Usa utilizzino la nostra Terra per i loro “giochi” di guerra.

di Mauro Indelicato

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