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Bahrain. Torture e silenzio

di Giovanni Sorbello

La televisione libanese al-Manar ha riferito che le forze militari del regime di Manama hanno attaccato questa mattina i manifestanti durante un corteo tenutosi nella regione Jad Hafs, sparando gas lacrimogeni per disperdere le persone che protestavano.

La commissione al-Wefaq National Islamic Society Human Rights Watch ha dichiarato che le forze militari del regime hanno arrestato diverse persone, per aver partecipato alla processione funebre di un giovane manifestante del Bahrain recentemente morto per le ferite provocate durante degli scontri. 

Martedì scorso migliaia di persone hanno partecipato al corteo funebre del giovane Mahmoud Isa al-Jaziri, colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno il 14 febbraio, durante l’attacco delle forze di sicurezza contro i manifestanti anti-regime a Nabih Saleh, nel corso delle celebrazioni per il secondo anniversario della rivolta in Bahrain. 

Il principale gruppo di opposizione del Bahrain, al-Wefaq, ha dichiarato che Jaziri è morto in ospedale il 22 febbraio dopo essere stato in coma per una settimana. Sul suo corpo sono stati riscontrati evidenti segni di tortura.

Fa specie oltre che rabbia, il complice e servile silenzio della stampa occidentale sulle rivolte interne che da due anni sconvolgono il Bahrain. Il regime degli Al-Kalifa reprime nel sangue ogni tentativo di protesta che nasce nel Paese, senza che nessun Paese o autorità internazionale intervenga o spenda una parola di condanna per questi crimini.

 

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