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Portuali italiani rifiutano di caricare armi destinate a Israele

Un sindacato di lavoratori portuali nella città di Livorno, in Toscana, venerdì ha protestato contro una spedizione di armi ed esplosivi dopo aver scoperto che era destinata al porto israeliano di Ashdod. “Il porto di Livorno non sarà complice della strage del popolo palestinese”, ha dichiarato l’Unione Sindacale di Base (Usb).

L’Usb ha aggiunto che la nave conteneva “armi ed esplosivi che serviranno a uccidere la popolazione palestinese, già colpita da un grave attacco che ha causato centinaia di vittime civili, tra cui molti bambini”.

Un rapporto di The Weapon Watch, Ong con sede a Genova che monitora le spedizioni di armi nei porti europei e del Mediterraneo, ha informato il sindacato della destinazione della nave e del suo contenuto.

La Ong ha esortato il governo italiano a considerare di “sospendere tutte le esportazioni militari italiane nelle aree di conflitto israelo-palestinese”.

“L’Unione ha anche manifestato sabato in piazza a Livorno in solidarietà con la popolazione palestinese e per chiedere lo stop immediato ai bombardamenti su Gaza e lo stop agli ‘espropri’ di palestinesi che vivono da anni sotto occupazione militare”, riporta una dichiarazione dell’Usb.

Sebbene la spedizione alla fine abbia intrapreso il suo viaggio verso Napoli, poiché la maggior parte degli altri lavoratori portuali ha continuato a caricare la nave, altri gruppi di lavoratori italiani hanno chiesto un maggiore coordinamento tra i lavoratori portuali per impedire la spedizione di armi che potrebbero essere utilizzate per bombardare Gaza.

di Redazione

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