Portogallo. Bocciato piano di austerity dalla Corte Costituzionale
di Mauro Indelicato
In Portogallo qualcosa contro la troika sembra muoversi; infatti, il massimo organi di garanzia del paese, la Corte Costituzionale, ha ritenuto illegittime le norme del nuovo piano di austerity imposto da UE, FMI e BCE che prevedevano la diminuzione delle pensioni per gli ex impiegati pubblici.
Una norma questa, che aveva provocato numerose proteste nel paese, tanto da appellare il supremo organo di garanzia, il quale ha dato ragione ai manifestanti e di fatto dà una decisa battuta d’arresto alla legge di stabilità varata dal governo conservatore qualche settimana fa. In silenzio e senza gli stessi clamori greci o spagnoli, anche in Portogallo l’insofferenza verso l’attuale situazione e verso le drammatiche condizioni imposte dalla troika comincia ad essere molto consistente e produce i primi risultati.
Aver evitato il taglio delle pensioni, è una prima sconfitta per UE, FMI e BCE nel paese lusitano, tenuto, come il resto d’Europa, sotto scacco dalla troika e dalla morsa asfissiante del debito. Intanto, proprio l’FMI rivela che, secondo gli attuali piani, il Portogallo uscirà dalla crisi solo fra 10 anni; da un lato, suona come una minaccia, dall’altro sembra spingere però, quasi paradossalmente, i cittadini portoghesi a chiedere la fine delle imposizioni della troika ed a cercare vie d’uscita meno drastiche e più veloci.
Una cosa è certa: il Portogallo non è più il paese che esegue i “compitini” troika senza ripercussioni politiche. I lusitani, a differenza degli italiani (gli unici in Europa a questo punto a non intuire la drammaticità data dal momento storico europeo), iniziano a muoversi ed a far sentire la loro voce ed i risultati significativi iniziano ad arrivare.