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Ponte Morandi: 20 gli indagati per il crollo

La procura di Genova, dopo ventidue giorni di indagine, ha iscritto nel registro degli indagati venti persone per il crollo del ponte Morandi. Le accuse contestate sono disastro colposo, omicidio colposo stradale plurimo e omicidio colposo aggravato dalle violazioni delle norme anti infortunistiche.

ponte-morandiVi sono ben nove dirigenti di Autostrade che sono: Giovanni Castellucci, Ad; Paolo Berti, direttore operativo centrale; Paolo Strazzullo, responsabile progetto retrofitting; Michele Donferri Mitelli, direttore settore manutenzione; Mario Bergamo, ex direttore della manutenzione fino a marzo 2017; Stefano Marigliani, direttore primo tronco; Riccardo Rigacci, ex direttore primo tronco; Fulvio Di Taddeo, responsabile controllo viadotti; Massimo Meliani, responsabile rapporti con consulenti.

Dagli atti dell’inchiesta emerge come tali soggetti fossero a conoscenza delle criticità della struttura, ma nonostante ciò non avessero pianificato alcun intervento di manutenzione straordinaria, ma solamente l’apertura di piccoli cantieri per lavori secondari, con evidente rischio per lavoratori, automobilisti e abitanti della zona.

Gli altri indagati sono: il direttore generale del Mit, Vincenzo Cinelli e il suo predecessore Mauro Coletta; Bruno Santoro, capo Divisione tecnico-operativa della rete autostradale; Il professor Antonio Brencich, noto per aver criticato già dieci anni fa il progetto del ponte Morandi, componente del comitato tecnico amministrativo del Provveditorato, che sulla sola base delle carte fornite da Autostrade, diede parere positivo al progetto di rinforzo degli stralli; l’ingegner Mario Servetto anch’egli membro del comitato del Provveditorato; il provveditore delle Opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Roberto Ferrazza e i suoi collaboratori Salvatore Bonaccorso e Giuseppe Sisca, nonché membri di quel Comitato tecnico che diede parere positivo al progetto di rinforzo senza rilevare una situazione di emergenza; Carmine Testa, capo dell’Ufficio ispettivo; gli ingegneri Emanuele De Angelis e Massimiliano Giacobbi di Spea Engineering, la società controllata del gruppo Atlantia, che realizzò il progetto di rinforzo.

Le accuse sono supportate da una corposa produzione documentale, a partire dai verbali del consiglio di amministrazione, in particolare quello del 12 ottobre 2017, con il quale furono stanziati 20 milioni di euro per incrementare la sicurezza di una struttura delle quali problematiche i vertici di Autostrade erano ben consci. Altro elemento rilevante nelle mani dell’accusa, sono le chat tra i vari tecnici di Autostrade che, riferendosi alla precaria condizione dei tiranti del ponte crollato, ammettevano che non avrebbero retto a lungo, senza però attivarsi al fine di approntare interventi in grado di mettere in sicurezza quel maledetto tratto.

Il procuratore Francesco Cozzi, ha tenuto a precisare che l’elenco potrebbe non essere definitivo e, qualora vengano riscontrate nuove responsabilità, in base ai risvolti dell’indagine o anche durante l’incidente probatorio, potrebbero essere individuati nuovi profili di responsabilità in capo a soggetti diversi rispetto a quelli già in elenco.

di Massimo Caruso

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