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PNRR, l’Italia rischia di perdere 330 milioni

L’attuazione del PNRR in Italia rischia di essere tribolata. Quanto sta emergendo, quindi, non dovrebbe sorprendere i più. Il problema che è emerso dall’analisi della Corte dei conti è il seguente: entro il 2024, in 14 città italiane, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dovrebbe mettere a dimora “arbusti con interramento di ghiande e altri semi”, per un totale di 6.6 milioni di alberi.

Questo dovrebbe accadere grazie al PNRR

In Italia, però, nulla è come appare, infatti, si scopre che questi alberi da piantare, dal costo di 50 euro l’uno, saranno solo pinoli, ghiande o altri semi, interrati in vivaio che solo in parte diventeranno piante.
Il tutto è stato svelato dalla magistratura contabile che ha messo sotto esame l’intervento di forestazione finanziato con 330 milioni di euro dal Piano di Ripresa e Resilienza.

Le città dove questi alberi si sarebbero dovuti piantare sono: Bari, Bologna, Catania, Cagliari, Palermo, Firenze, Genova, Milano, Messina, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. La Corte dei conti, che ha esaminato la questione, ha anche mandato i carabinieri forestali a controllare lo stato di attuazione degli interventi, constatando i “significativi ritardi e l’inefficacia della messa in dimora delle piante, rinvenute già secche”.

A Genova, sempre i carabinieri forestali, hanno riscontrato che “si pianifica di piantare specie non compatibili con il clima locale e che si intendono riforestare aree già boscate”. Reggio Calabria si è contraddistinta per aver scelto di “piantumare” una zona che versa in stato di abbandono, soffocata da piante infestanti. Peggio ancora Palermo e Catania dove “non è stata messa a dimora alcuna essenza forestale”. Si salva Bologna, dove sono state già effettuate le operazioni di messa a dimora per 1.100 piante, questo però non basta perché la “messa in dimora di piante nei siti di destinazione risulta appena avviata,” si legge nel report della Corte dei conti.

Differenza tra semi e piante

Piantare un seme non significa piantare una pianta. Esiste un indice di germinazione che varia da specie a specie che può andare dall’80% a solo il 10%. Gli esperti la definiscono “Forza Seme” e indica il tempo che trascorre tra la semina e l’ottenimento di una pianta per considerarla sviluppata. Il pino, ad esempio, ha una forza seme di tre anni. Fino a compimento del tempo la pianta va considerata da supportare con annaffiature e cure.

Se il pasticciaccio tra semi e piante potrebbe far ridere, è invece sintomatico di un problema molto più ampio perché solo il 6% dei fondi del PNRR è stato speso. Questi ritardi iniziano a far spazientire l’Europa che era stata molto chiara, a suo tempo: i soldi verranno elargiti solo ad obiettivi raggiunti, adesso c’è una rata da 19 miliardi per gli obiettivi 2022 da sbloccare. Come spesso accade in questi casi, sono iniziati i rimpalli tra ministeri e comuni sulla responsabilità mentre il prossimo giugno ci sono altri 15 obiettivi da raggiungere.

Stando al report del Sole 24 Ore, dei 13 target previsti per marzo 2022, solo cinque sono stati raggiunti con il governo Meloni che chiede a Bruxelles di rinviare al 2024 il rinvio per la modifica del codice degli appalti. Male anche il comparto sanità dove, nella “Missione 6”, la spesa dedicata alla saluta è praticamente nulla: 0,5%.

di Sebastiano Lo Monaco

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