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No secco del Vaticano all’attacco in Siria

di Mauro Indelicato

Dalle dichiarazioni del Pontefice già si intuiva la posizione del Vaticano in merito un eventuale attacco in Siria, ma oggi si è avuta la conferma ufficiale da parte di Monsignor Toso, segretario del dipartimento Giustizia e Pace del piccolo stato oltre Tevere: “La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere l’intervento armato. La violenza non ne verrebbe diminuita. C’è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali”.

Un secco stop quindi alle velleità di guerra degli Usa, i quali incassano un altro no e dunque rimangono sempre più isolati nel contesto internazionale. La diplomazia vaticana, ad onor del vero, da diversi anni si è messa spesso di traverso circa le ipotesi di nuove guerre, come capitato 10 anni fa in Iraq, quando tra le mura vaticane l’allora Papa Giovanni Paolo II ricevette Tarek Aziz, numero due di Saddam Hussein, nel tentativo di fermare l’azione preventiva di Bush junior. Però mai come questa volta, sta apertamente contestando le scelte fatte da un governo statunitense, paventando anche palesemente le preoccupazioni circa un terzo conflitto mondiale.

Da fonti vaticane, in molti dichiarano come Papa Francesco in questi giorni sia molto turbato per quanto sta accadendo in Siria, specie perché non si aspettava un’improvvisa accelerazione sul progetto di guerra americano e sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione, preoccupato soprattutto per il possibile coinvolgimento di altri paesi e quindi per un’eventuale degenerazione in chiave planetaria. Proprio nel corso dell’Angelus di domenica, da piazza San Pietro il Santo Padre ha invitato tutti i cristiani, ma anche i non credenti, ad un giorno di digiuno e preghiera per sabato 7 settembre, testimoniando in tal modo la volontà dei fedeli affinché si eviti il conflitto contro Damasco.

I venti di guerra in Siria, giungono in un momento cruciale per la diplomazia vaticana, alle prese con un cambio di guardia presso la Segreteria di Stato, dove al posto di Tarcisio Bertone, è arrivato Pietro Parolin, un italiano “sudamericano”, visto che proviene dalla nunziatura apostolica del Venezuela. Parolin, dicono in molti, è un fine diplomatico e secondo diverse fonti, dietro la strategia del no deciso all’azione americana in Siria, ci potrebbe essere il suo primo zampino.

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