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Migrazioni e accoglienza, le nuove sfide dell’era Salvini

Il decreto legge Salvini, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 24 settembre e firmato il 4 ottobre dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è da mesi oggetto di dure critiche e discussioni politiche a causa di ampi profili incostituzionali. Non basta la decisione del Tribunale di Bologna, che il 2 maggio scorso ha sancito l’obbligo per il comune di iscrivere i richiedenti asilo all’anagrafe, nonostante il decreto lo neghi apertamente. Aspre critiche all’Italia, per la gestione dei flussi migratori, arrivano anche dall’Asylum Information Database (Aida). Nell’ambito progetto Aida, finanziato dall’European Programme for Integration and Migration (Epim) e curato dall’European Council on Refugees and Exiles e dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, è stato pubblicato un report relativo al 2018 nel quale si evidenziano tutti i limiti del sistema di accoglienza nazionale. In particolare, la riduzione dei servizi garantiti e lo smantellamento dei percorsi di accoglienza diffusa in seguito all’entrata in vigore della nuova legge sulle migrazioni. Tra i punti più critici si segnalano inoltre i tentativi di ostacolare le procedure per le richieste di asilo, la detenzione arbitraria dei migranti e la mancata garanzia nel rispetto dei diritti.

Migrazioni: No promised land
Foto: No promised land by Andrea Ferro

Al coro di critiche si unisce anche Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso, che si appella al Prefetto di Treviso affinché agisca per bloccare gli effetti della nuova legge sul sistema di accoglienza locale. Il Veneto è una zona fondamentale per quanto riguarda l’accoglienza a livello nazionale. È infatti tra le prime cinque regioni per presenza di migranti e richiedenti asilo sul territorio.

Con le nuove regole previste dal dl Salvini, il rischio è che la maggior parte delle cooperative non sia in grado di accettare le vigenti condizioni economiche, con il risultato di un potenziale migliaio di richiedenti asilo costretti a rinunciare ai servizi dell’accoglienza. “Un atto disumano che mira a colpire chi si è impegnato nei progetti di accoglienza diffusa e ha lavorato con tenacia per conciliare integrazione e sicurezza”, conclude Zorzi in un’intervista rilasciata alla stampa locale.

Migrazioni: No promised Land
Foto: No pormised land by Andrea Ferro

No promised Land, un nuovo sguardo su accoglienza e migrazioni

Una regione, quella del Veneto, protagonista del progetto fotografico “No promised Land” del fotografo Andrea Ferro. Sette province, più di venti strutture visitate in circa dodici mesi e un obiettivo: raccontare la storia e la quotidianità dei migranti cercando di mostrare ciò che rimane nell’ombra del cosiddetto sistema di accoglienza.

“É importante mostrare in che modo gli spazi dell’accoglienza vengono abitati, adattati e in qualche modo “umanizzati” da chi si trova a risiedervi, a volte di passaggio, a volte per mancanza di alternative. In questo contesto, si è voluto restituire un ritratto vivo del momento contingente come spunto di riflessione e discussione da cui partire per l’elaborazione di possibili ambiti di intervento migliorativi”, afferma Ferro specificando inoltre come il progetto racconti e mostri sia casi di strutture virtuose, sia quelli nei quali il sistema di accoglienza ha fallito.

“Rifiutando rappresentazioni e luoghi comuni basati su dolore e miseria, No promised land ha lo scopo di restituire una storia e un volto a quei numeri raccontando un aspetto altrimenti invisibile degli avvenimenti legati alle moderne migrazioni; qualcosa di molto diverso da ciò che siamo abituati a vedere”, si legge nella presentazione del progetto per la realizzazione del libro fotografico sul portale CrowdBooks. Conoscere la realtà esistente è infatti essenziale per creare possibili punti di contatto, necessari per conciliare culture diverse e creare occasioni di integrazione all’interno del tessuto urbano e sociale. Da qui l’importanza di sostenere progetti come No promised land, le cui foto saranno esposte nel Circuito OFF dell’ImpFestival, l’International month of photojournalism che avrà luogo a Padova dal 10 al 26 maggio.

di Irene Masala

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