Mentre i media sionisti esprimevano solidarietà con “alcuni gruppi libanesi” che attaccano i simboli della Resistenza, i centri di ricerca di Israele hanno presentato una serie di studi che mostrano come Tel Aviv possa beneficiare dell’esplosione del porto di Beirut nella sua lotta contro Hezbollah.
Il Centro per gli studi politici Al-Quds ritiene che l’esplosione a Beirut rappresenti un’opportunità per Israele di abbinare l’offerta di aiuti al Libano con il disarmo di Hezbollah. Ciò rappresenta una priorità per Israele a causa del fallimento di “alcuni partiti libanesi” nell’affrontare il Partito di Dio.
Orna Mizrahi, ricercatrice senior presso l’Istituto israeliano per la sicurezza nazionale, ha sottolineato che Israele deve muoversi per minare la legittimità di Hezbollah e fare pressioni sull’Unione europea per affrontarlo come un gruppo terroristico. La ricercatrice ha aggiunto che il regime di Tel Aviv deve provare a disarmare il Partito di Dio ed escluderlo dal governo libanese. Queste devono essere – continua Mizrahi – la rivendicazione di base di Israele.
Yoram Schweitzer, un esperto israeliano di Hezbollah, ha affermato che al governo libanese non devono essere concessi aiuti economici prima che si impegni nel processo di disarmo di Hezbollah. L’analista ha aggiunto che il verdetto del Tribunale internazionale incaricato di risolvere l’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri rappresenta un’altra sfida che il regime israeliano deve affrontare.
Fonti della sicurezza dell’entità sionista hanno evidenziato che all’Iran deve essere vietato di concedere aiuti economici al Libano, intensificando le sanzioni imposte a Teheran, riporta Al-Quds Center for Political Studies.
di Redazione
