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Esplosione in Libano, cosa c’è dietro?

Le immagini della terrificante esplosione avvenuta il 4 agosto nel porto di Beirut hanno fatto il giro del mondo. Immagini che potrebbero fare pensare ad uno stato di guerra che ha causato sino adesso 137 morti, un centinaio di dispersi, cinquemila feriti e trecentomila sfollati. Questa catastrofe è stata causata dall’esplosione di 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio.

Cosa è il nitrato d’ammonio? Si usa come fertilizzate e come esplosivo. È l’elemento chimico più usato negli attentati, che si ottiene dall’ammoniaca e dall’acido nitrico. Esplode solo se collegato a un detonatore. È stato utilizzato nel 1995 per l’attentato di Oklahoma City che ha provocato la morte di 168 persone, eseguito da presunti suprematisti americani. Viene usato anche per i fuochi d’artificio e come propellente per i razzi.

Esplosione “perfetta

Quello che appare possibile, anche se ancora mancano molti dati, è che l’esplosione sia avvenuta in un contesto che potremmo definire di “tempesta perfetta”, perché c’è da considerare la situazione sociopolitica del Libano negli ultimi anni.

La tempesta perfetta che si è abbattuta sul Libano è concentrata soprattutto sull’instabilità politica di un Paese crocevia di molti interessi e vicino scomodo di Israele. Sembra che tutti i pezzi del puzzle che compone la situazione attuale siano stati posizionati, come il gioco del domino, per dare il via ad uno stato di agitazione economica e sociale al fine di riprogettare un nuovo scenario in quella zona. Un esempio? Fra due giorni il Tribunale speciale dell’Onu emetterà il verdetto per l’omicidio dell’ex ministro libanese (14 febbraio del 2005) Rafik Hariri, la cui responsabilità del delitto è stata addossata alla Siria e al movimento sciita Hezbollah.

Il partito di Nasrallah è stato il primo nome pronunciato dai media sauditi e americani quale responsabile dell’esplosione di martedì. L’atteggiamento dell’amministrazione Usa lascia intravedere uno scenario di non facile soluzione, visto che l’interesse sul Paese dei cedri non è nuovo e i desiderata dell’amministrazione a stelle e strisce saranno indirizzati alla ricostruzione e all’assistenza finanziaria della già tribolata situazione in Libano. Gli obiettivi principali degli Usa sono garantire la sicurezza di Israele, distruggere o arginare Hezbollah e compensare le disfatte siriane.

Cui Prodest?

L’immagine simbolo dell’esplosione è diventata quella del rudere che prima erano dei silos nella quale stavano stipate le riserve di grano dell’intero Libano, situati non lontano dal luogo in cui vi erano stoccate le sostanze chimiche che hanno dato il via alla devastante esplosione. Queste sostanze che si trovavano nel porto di Beirut non erano un mistero visto che non si trattava di area militare. Tutti conoscevano il contenuto di quei capannoni e gli arresti dei dirigenti del porto vanno proprio in questa direzione. Le analisi successive all’esplosione potranno portare alla luce eventuali atti di sabotaggio oppure se si sia trattato solo di mera casualità.

Il porto di Beirut è uno snodo fondamentale delle merci che transitano in quella regione. Il 70% dei movimenti che riguardano le esportazioni viene effettuato dal porto della capitale libanese, innegabile come a risentirne maggiormente potrà essere l’economia libanese che non viveva, nemmeno precedentemente, una condizione di floridità.

Sappiamo bene che vogliono mettere le mani sul Libano e colpire l’incubo di Israele, Hezbollah. Da oggi in poi tutto sarà possibile, anche per il regime criminale israeliano.

di Sebastiano Lo Monaco

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