Iran, “rivoltosi” fanno strage di civili a Zahedan
Iran – Pestare a morte i poliziotti, devastare proprietà pubbliche, distruggere auto e moto, dare alle fiamme 72 ambulanze e attaccare moschee non sembrerebbe il modo appropriato per avanzare rivendicazioni sui diritti umani. Ovviamente, di tutto questo in Occidente non arriva notizia.
Venerdì mattina, un’ondata di disordini e violenze ha scosso la provincia sud-occidentale del Sistan-Baluchistan (Iran). I terroristi hanno attaccato stazioni di polizia, proprietà pubbliche e Moschee a Zahedan dopo la preghiera del venerdì. Hossein Modarres Khiyabani, governatore generale del Sistan-Baluchistan, ha dichiarato che almeno 19 persone sono state uccise e 20 ferite negli scontri a Zahedan.
Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell’ordine. Tra le vittime, il comandante del dipartimento di Intelligence dell’Irgc nel Sistan-Balouchestan, Seyed Hamidreza Hashemi, colpito al petto e portato in ospedale. Il comandante è morto in ospedale venerdì sera.
I disordini sono iniziati venerdì a mezzogiorno, quando terroristi armati affiliati al gruppo Jeysh ol-Adl hanno attaccato tre stazioni di polizia e una moschea a Zahedan. I “rivoltosi” hanno dato fuoco a pneumatici e contenitori della spazzatura, mentre uomini armati hanno iniziato a sparare indiscriminatamente.
Inoltre, i “rivoltosi” hanno appiccato il fuoco a un camion dei pompieri, a un centro di servizi medici di emergenza e a una serie di altri luoghi. Il tutto per “chiedere libertà e diritti umani”. I tentativi di fomentare il caos in città sono falliti poiché le forze di sicurezza hanno riportato la situazione sotto controllo. Purtroppo, in Occidente arriva tutt’altra realtà preconfezionata a suon di dollari.
di Redazione