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Hamas: con Netanyahu continua la politica estremista israeliana

di Manuela Comito

Khaled Meshaal, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha espresso profonda preoccupazione per la ‘politica estremista’ che il governo di Tel Aviv ha portato avanti finora e che ha intenzione di inasprire ulteriormente dopo la rielezione di Benjamin Netanyahu, avvenuta a marzo, alla guida del governo israeliano. Il leader politico di Hamas, in un’intervista alla Bbc riportata da Press Tv, ha accusato del fallimento dei colloqui di pace la ‘leadership estremista’ di Israele, la cui scellerata politica espansionistica ha vanificato “ogni tentativo di una soluzione politica per la causa palestinese”.

Meshaal ha inoltre aspramente condannato i gruppi terroristici Takfiri come al-Nusra e Isil che perpetrano stragi di innocenti e atti di violenza nel nome della santa religione dell’Islam, e ha respinto con decisione le accuse secondo cui Hamas alimenterebbe la violenza nei Territori Occupati e nella Striscia di Gaza, sottolineando che la Resistenza è legittimata a esistere finché continueranno a restare impuniti i crimini israeliani contro il popolo palestinese.

Va ricordato che in campagna elettorale Netanyahu aveva più volte ribadito che, in caso di vittoria, mai sotto il suo mandato avrebbe visto la luce uno Stato Palestinese, promettendo, invece, migliaia di nuove case per i coloni, nuovi espropri di territorio palestinese su cui edificare insediamenti.

La Comunità Internazionale disapprova, almeno ufficialmente, la politica espansionistica di Israele, mediante la quale Tel Aviv persegue sistematicamente la propria strategia di annessione di ingenti porzioni di Territori Palestinesi, in palese violazione della Convenzione di Ginevra, la quale vieta la costruzione su terre sottratte illegalmente (VI Convenzione di Ginevra, art. 27, 49, 53 e Risoluzioni Onu, in particolare A/RES/64/292 e Regolamenti dell’Aia del 1907, art. 46 e 55: tutti questi atti vietano il trasferimento o la deportazione di individui o di comunità e impongono alla potenza occupante il rispetto e la protezione delle popolazione occupata e di limitare le proprie azioni a quanto stabilito nella legge umanitaria internazionale). Ma, concretamente, non fa nulla per imporre il rispetto delle leggi.

Dal 1967 più di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

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