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Guerra Ucraina-Russia, l’Estonia gioca con Ue

La guerra tra Russia e Ucraina ha portato un cambiamento nella visione dell’Unione Europea e di quel gigante, sino allora dormiente, della Nato. Un’entità che pareva aver perso di significato ma che dopo l’azione di Putin ha ripreso fascino al punto che anche Finlandia e Svezia, “finti neutrali”, hanno deciso che è il momento di mettere piede nella Nato.

Insieme alla Polonia, sempre più punto di forza della Nato e degli Stati Uniti in Europa, i Paesi che si sono mossi maggiormente per aiutare l’Ucraina sono i Baltici. Infatti, Estonia, Lettonia e Lituania hanno inviato al governo di Kiev i residuati degli arsenali sovietici. Il punto è che non si sono fermati a questo, vedi il caso dell’Estonia.

Il governo di Tallin ha infatti chiesto all’Unione Europa di finanziare il costo delle armi spedite in Ucraina in modo da riempire i propri arsenali con armi nuove. Si legge: “Quello che stanno facendo gli estoni è inviare materiale vecchio, non più in produzione e poi chiederne il rimborso a prezzo di mercato delle armi moderne”. Questo perché la Ue ha istituito l’Epf (European Peace Facility) con una liquidità di due miliardi di euro, stanziati per finanziare l’acquisto di armi per l’Ucraina.

La guerra è principalmente Business

C’è un però. Bruxelles, sino adesso, non ha effettuato nessun contratto con le aziende della difesa, si è limitata a pensare un sistema di rimborsi. La metà di questi rimborsi sono già prenotati, da chi Dall’Estonia, che ha avanzato una richiesta da 160 milioni di euro. Non a caso, il premier Kallas non fa altro che chiedere a Bruxelles un maggiore supporto militare tramite elargizione di denaro. A chiedere rimborsi sono anche la Finlandia, Lettonia, Lituania, Estonia, Francia, Svezia. 

Come funziona il giochino è presto detto: l’Estonia ha inviato gli Strela, missili terra-aria di fabbricazione sovietica, il rimborso, però, è stato chiesto per i missili Stinger, che hanno un prezzo più alto e hanno maggiori capacità. L’Estonia si è apprestata a comunicare che non ha mai posseduto missili Strela. Sempre nello stesso comunicato non viene smentito il metodo del calcolo dei rimborsi che, stando al governo di Tallin, è “completamente conforme alle regole”.

In ogni caso, i militari di Kiev non sono in grado di utilizzare armi occidentali, da qui il bisogno di usufruire di armamenti sovietici, che conoscono bene. Anche la Grecia ha inviato vecchi carri armati “T-92”, in cambio, il governo di Atene ha ottenuto dei più moderni Leopard inviati dalla Germania. Anche il Marocco si sarebbe detto disponibile ad inviare tank vecchi di 60 anni, con la promessa di ricevere carri più aggiornati e performanti. Il tutto messo in conto e finanziato con i soldi dell’Unione Europea. La guerra massacra innocenti, ma arricchisce i potenti.

di Sebastiano Lo Monaco

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