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Italia: Potere e malaffare preparano un altro sfregio per la città di Taranto

di Redazione

A Taranto, che di problemi suoi con l’Ilva ed altro ancora ne ha già tanti, l’Eni intende realizzare un impianto di stoccaggio per il greggio proveniente dalla Basilicata, che incrementerà il traffico di petroliere e l’inquinamento di quel porto. Il nome del progetto è “Tempa Rossa”, forse è per questo nome dal richiamo antico che la Regione Puglia, malgrado il pesante parere sfavorevole dell’Arpa, lo ha approvato.

Secondo il rapporto dell’Agenzia, il sito non è adatto ad ospitare quei grandi serbatoi per problemi collegati al terreno e alle falde; comporterà un notevole aumento dell’inquinamento conseguente alle emissioni degli impianti (e francamente quel territorio di peggiorare l’aria non ha proprio bisogno); inoltre viene contestato l’intero progetto, vista l’estrema criticità ambientale dell’area di Taranto: quel greggio, stoccato a 40°, emetterebbe una quantità di composti organici volatili, anche dei peggiori, e Taranto non se lo può permettere.

O meglio, non se lo potrebbe permettere, visto che quel parere tecnico fortemente negativo, espresso già nel 2011, è rimasto nel cassetto semplicemente ignorato mentre la Regione Puglia, nell’ambito della Conferenza di Servizi convocata a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente lo scorso 17 luglio, ha dato parere favorevole come fortissimamente richiesto da Confindustria, ovviamente schierata a spada tratta per l’opera.

Sul progetto, a Taranto, s’è formato un ampio fronte contrario, che vede partecipi anche spezzoni significativi del partito di Vendola e della sua maggioranza alla Regione, assai imbarazzati dalla sortita del loro leader di fronte ai cittadini, che di problemi ambientali, ricatti occupazionali e attentati alla salute hanno già fatto il pieno. A parte raccolte di firme e catene umane della gente esasperata da quest’ultima nefandezza, l’opposizione a “Tempa Rossa” sta giocando l’ultima carta: la richiesta al Comune di approvare una variante al piano regolatore che impedisca l’opera.

Non sappiamo se il progetto tanto caldeggiato da Confindustria e Vendola riuscirà ad essere bloccato, resta la curiosità sul come quel leader politico, che non manca mai di vantare l’attenzione per l’ambiente, per la gente e per il territorio, possa giustificare l’approvazione di quest’ultimo scempio.   

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