Attualità

Droga, tra morti silenziose e complicità della politica

Sono morti silenziose, il più delle volte solitarie. Si muore con l’ago conficcato in un braccio, in qualche angolo sporco e buio e lì si rimane se non viene qualcuno a denunciare l’assenza. Sono numeri impietosi, freddi, che molte volte non vengono menzionati nei Tg, perché in Italia, la battaglia contro la droga si fa a slogan.

Ondate di sdegno, politici che promettono lotta senza quartiere agli spacciatori. Passata l’onda emotiva, tutto torna come prima. Non c’è prevenzione, nessuna vera repressione, non c’è una progettazione a lungo termine. Quello che si fa, ed è la cosa più semplice, è di mettere in galera il piccolo spacciatore, ma il grande sistema di traffico e spaccio di droga non viene intaccato.

Se si calcola il triennio Maggio 2020-Maggio 2023, i numeri che vengono fuori sono terrificanti. Sono 470 i morti registrati per l’utilizzo di sostanze stupefacenti, tra queste è inserito anche l’alcool. L’età media è di 39 anni, 406 i morti tra i maschi mentre tra le donne sono 64. 346 sono italiani, 85 gli stranieri. Come si diceva all’inizio, si muore da soli nel 66’6% dei casi e al chiuso, il 71,5% contro il 20,9% che viene rinvenuto in strada.

Nemmeno si fosse tornati agli anni 70, infatti, a farla da padrona è l’eroina. Ne sono morti 218, il 46,4%. La cocaina ne ha uccisi 50 (10,6%), mentre i casi di “sostanza non determinata” sono 104, il 22,1%. La micidiale miscela di cocaina-eroina, denominata Speedball ha mietuto 14 vittime. Il metadone non prescritto, nel triennio preso in considerazione, ne ha uccisi 19 (4%). Fatale anche il mix di alcool e droghe per 17 persone, il 3,6%. Mix di droghe e farmaci, 17 morti, cocktail di farmaci e alcool, 9 decessi.

Droga e assenza dello Stato

Nella battaglia contro il consumo degli stupefacenti, lo Stato italiano combatte una battaglia iniqua. Una battaglia che, stando ai numeri summenzionati, sta perdendo. La domanda è: perde per incapacità o per disinteresse/complicità? Manca la cultura per trattare questo tipo di problema e soprattutto, la volontà di stroncare un fenomeno che trova appoggi e sostegno in diversi apparati istituzionali internazionali. Chissà, forse quello della droga è tra quei business internazionali che nessuno può toccare.

di Sebastiano Lo Monaco

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