Medio Oriente

Dentro le mura di scuola

di Valentina Trovato

Durante una qualunque colazione in una mattina di primavera, immaginate di sentire quegli odori che evocano alla mente delle dolci immagini della vostra infanzia, di quando magari sul banchetto dell’asilo aprivate una tovaglietta aiutati dalla maestra e consumavate la colazione.
Credo sarà capitato a molti di fermarsi durante le ormai frenetiche giornate e fare un salto a quei piacevoli ricordi di quando anche il tempo non scorreva mai, l’incanto dell’infanzia è speciale se ne ricordano i giochi, le filastrocche e persino i nomi delle maestre con il loro inconfondibile “profumo di buono”.
La Scholè(dal greco antico = riposo) nell’antica Grecia era il luogo nel quale i guerrieri trovavano riposo apprendendo i fondamenti delle diverse discipline.

E’ la scuola la seconda istituzione – dopo la famiglia – a doversi occupare dell’educazione e dell’insegnamento – non solo di discipline – dei giovani e deve seguirli nel loro cammino di crescita.
Ma finito l’idillio dei ricordi della nostra infanzia fermiamoci.
Cosa succede?
Notizie a raffica di maltrattamenti entro le mura di scuola : “Schiaffi e maltrattamenti. Maestra in manette”; “Bimbi maltrattati a Pistoia”; “Bimbi umiliati e maltrattati a Roma. Insegnanti ai domiciliari”.
Pochi giorni fa il clamore sull’ultimo caso avvenuto in Veneto la cui vittima è uno studente adolescente autistico e la vicenda ha visto agire indegnamente contro di lui – chissà per quanto tempo – un’insegnante e una collaboratrice scolastica.
Le vittime sono coloro i quali trovano difficoltà nel denunciare l’accaduto: i bambini molto piccoli o i giovani indifesi.

Ma cosa si è perso nella nostra società?
La stessa società che è madre dei “giovani nella rete della solitudine” di coloro che sono sempre dominati dall’insoddisfazione.
Il genitore del XXI secolo deve poter essere tranquillo che il figlio possa trovare entro le mura della scuola la serenità e del personale competente, da adulto deve anch’egli poter avere dei ricordi evocativi di quell’infanzia felice tra i banchi di scuola, deve poter ricordare il“profumo di buono” che emanano solo i veri insegnanti – non solo quelli delle scuole primarie – coloro che compiono questa attività come una missione.
Il vero insegnante deve “segnare” e “imprimere” nello studente delle tracce di un mondo civile, di rispetto, di amore e cultura che facciano del bambino un grande uomo.

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