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Italia: vandali al Colosseo

di Adelaide Conti

Ci sono mille modi per lasciare una traccia di sé, un segno del proprio passaggio. Certo non tutti hanno un talento artistico che assicuri al proprio gesto l’immortalità tanto desiderata, quella che in un sol colpo è in grado di sentenziare: “Io sono stato qui” e “Io valgo qualcosa, ammiratemi!”.

Pertanto, per la maggior parte di noi comuni mortali, sarebbe buona cosa limitarsi ai castelli di sabbia costruiti con paletta e secchiello, quelli che un’onda si porterà via senza il rimpianto di nessuno, invece di spingere il nostro desiderio di creatività dove è invece meglio arrendersi e ammirare il “io sono stato qui” scritto prima di noi, magari attraverso quelle opere d’arte che da secoli ancora entusiasmano e non smettono di meravigliare.

Ma le cose evidenti non sempre trovano molti consensi e c’è chi pensa che sia divertente aggiungere un ulteriore quanto inutile segno a ciò che è perfetto, incurante del danno che la bravata di un momento finisce per causare.

Appartengono certamente a questa nutrita schiera di contestatori dell’ovvio e delle buone maniere, le due turiste californiane che nella giornata di Sabato 7 Marzo, hanno pensato bene di affidare ad una monetina il compito di sfregiare con le loro iniziali una parete in laterizio al primo piano del Colosseo. Hanno inciso due lettere di otto centimetri, una di fianco all’altra una quasi a testimoniare la presenza dell’altra e poi si sono fotografate, nella maniera che contraddistingue i tempi moderni, attraverso un selfie da condividere con amici e parenti.

Chissà se tra il parentado e i conoscenti, qualcuno avrebbe avuto da eccepire, condannando la stupidità del gesto, o se tutto sarebbe finito in un tripudio di applausi e pacche sulle spalle. Questo non lo possiamo sapere, perché le due sono state fermate, dopo che una guida ha dato l’allarme ai Carabinieri di Piazza Dante e i militari dell’Arma hanno preteso la cancellazione dell’autoscatto. Le due giovani californiane hanno presentato le loro scuse e hanno dichiarato che non si erano rese conto della gravità della loro azione. Tu pensa un po’!

Così di scusa in scusa, atti di vandalismo come questo si ripetono quasi quotidianamente in ogni città italiana, tra quelli che vengono sorpresi sul fatto e finiscono sui giornali e quelli il cui il fautore se ne va impunito lasciando l’inutile segno della sua visita.

E ci dobbiamo anche considerare fortunati, visto che da qualche parte in Iraq qualcuno si è messo a distruggere statue e siti archeologici. Anche loro, evidentemente, hanno scarso talento nel lasciare un segno del loro passaggio.

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