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“Contentino” per Israele, gli Usa aumentano le forniture militari a Tel Aviv

di Manuela Comito

Gli Stati Uniti stanzieranno 1,5 mld di dollari l’anno per forniture militari a Israele. E’ il ‘contentino’ che Washington ha escogitato per mitigare l’ira di Netanyahu per l’intesa raggiunta dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania martedì 14 luglio a Vienna sul nucleare iraniano. Ashton Carter, Segretario della Difesa degli Usa, offrirà il ‘contributo’ alle autorità israeliane in occasione della sua visita a Tel Aviv che avrà luogo in questi giorni. I miliardi americani, che si aggiungono ai circa 3 mld che annualmente Washington versa a Israele, serviranno ad acquistare uno squadrone aggiuntivo di F-35 da combattimento, alla ricerca e allo sviluppo di sistemi missilistici e ad acquistare munizioni con cui rifornire le scorte utilizzate per devastare la Striscia di Gaza nell’estate del 2014.

L’offerta è frutto di colloqui tra funzionari israeliani e statunitensi, colloqui di cui hanno parlato il Jerusalem Post e il New York Times. Eppure Netanyahu, che all’indomani dell’accordo sul nucleare iraniano l’aveva definito ‘storico errore’ e nutre ancora la speranza che sia il Congresso degli Stati Uniti a bocciarlo prima che entri in vigore, sembra piuttosto riluttante ad accettare il cospicuo finanziamento, in quanto equivarrebbe a dare tacita approvazione all’esito dell’accordo.

Secondo il Jerusalem Post, l’Air Force israeliana ha in programma di tenere una serie di esercitazioni con Usa e Paesi europei per la prima volta in sei anni, esercitazioni destinate a sperimentare attacchi missilistici a lungo raggio e voli verso Paesi lontani. Tuttavia, le fonti citate dal giornale hanno sottolineato che gli Usa avranno bisogno di garanzie da parte di Tel Aviv che Israele “non intraprenderà operazioni militari senza prima aver informato Washington”.

Nel frattempo, secondo quanto riportato dal New York Times, Isaac Herzog, capo dell’opposizione alla Knesset, ha annunciato un prossimo viaggio negli Usa per discutere di un “pacchetto di misure di sicurezza che si adattino alla nuova situazione”.

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