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Accordo nucleare: le nuove prospettive economiche per l’Iran

di Salvo Ardizzone

L’accordo sul nucleare iraniano non ha sconvolto solo gli equilibri politici della regione; ha messo in moto dinamiche destinate a sovvertire lo scenario economico e geopolitico della piattaforma eurasiatica. Le stesse potenze del 5+1 lo sanno bene e, conclusa la trattativa, si stanno tutte riposizionando per non correre il rischio di rimanerne escluse.

A parte Putin, con cui i vertici di Teheran hanno avuto diversi incontri dal contenuto politico oltre che economico e commerciale, la Cina intende inserire l’Iran nel suo progetto cardine di espansione fra Asia ed Europa: la Via della Seta. La massiccia rete infrastrutturale che Teheran sta progettando, l’International Trasport Nord-Sud, collegherà il Paese con Russia, India ed Asia Centrale, e si unirà al programma cinese.

Nel frattempo, l’India, che ha esitato a lungo ad impegnarsi per il muro posto dalle sanzioni, sta ora valutando investimenti per Mld di dollari in porti, infrastrutture, fabbriche e accordi commerciali per forniture di materie prime.

Fra gli europei la Germania ha giocato d’anticipo, muovendosi con delegazioni a ridosso delle trattative a cui s’è limitata a partecipare rimanendo sullo sfondo. La stessa Francia che, su mandato dei Sauditi (pagato con commesse miliardarie), con il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha fatto di tutto per ostacolare l’intesa, adesso, per bocca dello stesso, intende “cogliere le importanti prospettive aperte dall’intesa” alle aziende transalpine.

Ma non è tutto: le Major del petrolio anglo-americane ed i colossi dell’aerospazio Usa scalpitano per rientrare in un mercato che giudicano assai allettante.

Anche l’Italia, dal canto suo, a parte l’interessamento già manifestato dall’Eni e da diverse grandi aziende, manderà i ministri degli Esteri e dello Sviluppo Economico, Gentiloni e Guidi, a Teheran fra il 4 ed il 5 agosto.

Un grande Paese, con quasi 80 milioni di abitanti, ricchissimo di materie prime, è stato volutamente tenuto ai margini; adesso riprende il suo ruolo naturale di potenza regionale. Con infinito cinismo, gli stessi che fino a ieri gli hanno negato i diritti, adesso fanno a gara per fare affari.

Decine di anni d’ingiustizie meriterebbero ben altra accoglienza, è ovvio, ma il mondo quale è stato disegnato dall’Imperialismo è questo. L’Iran sfrutterà tutte le opportunità per far progredire il proprio Popolo, ma non dimenticherà i torti subiti da parte di Sionisti, Imperialisti e Sauditi nei lunghi anni che ha alle spalle.

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