Cisgiordania – Dopo le elezioni legislative del 2006 nella Striscia di Gaza, nelle quali Hamas ottenne la maggioranza, Hamas formò un governo nel 2007 e istituì un comitato congiunto chiamato Forze Nazionali e Islamiche, al quale parteciparono tutte le organizzazioni rappresentate nella Striscia di Gaza, ad eccezione del movimento Fatah.
Il ruolo del comitato era la comunicazione e la cooperazione, la risoluzione delle controversie tra queste organizzazioni, la proposta di soluzioni comuni per la gestione della Striscia di Gaza e la gestione dei ripetuti attacchi sionisti e dell’escalation sulla Striscia, e questo ha avuto molto successo nel creare la pace interna nella Striscia.
Coordinamento tra le fazioni
Successivamente è stata istituita la sala comune che ha enfatizzato il coordinamento tra tutte le fazioni. Ha avuto un ruolo e un’influenza nella causa militare contro l’occupazione.
Dopo la battaglia della “Spada di Gerusalemme” nel 2021, furono istituiti battaglioni e gruppi nelle città di Jenin, Nablus e Tulkarem chiamati “Battaglione Jenin”, “Battaglione di Nablus, “Fossa dei Leoni” e “Reggimento Tulkarem” e altro ancora. Ciò ha creato uno stato di soddisfazione tra gli abitanti dei campi che li ha portati a creare una base popolare che sostiene questi battaglioni. Di fronte alla creazione di una situazione di ansia nello Shin Bet e alla sua incapacità di nasconderla attraverso un rapporto pubblicato nel dicembre 2022 sul sito “Walla Hebrew” con il titolo: “Il battaglione Jenin preoccupa l’esercito”.
L’azione militare sul campo di Jenin, che ha preso il nome dalla rivolta palestinese (Bas Jenin), ha dimostrato la forza e il successo dell’unità militare e l’intesa e il coordinamento tra le ali della Resistenza, guidate dal “Battaglione Janin” (di Saraya Al-Quds) nel difendere il campo dagli attacchi sionisti, nel fallimento del nemico nel raggiungere qualsiasi obiettivo dell’operazione e nel causare perdite umane tra i soldati di occupazione che hanno nascosto il vero numero dei suoi morti e feriti.
Autorità Palestinese nemico numero uno in Cisgiordania
Anche l’Autorità Palestinese e i suoi media sono stati parte di ciò che la Resistenza palestinese ha dovuto affrontare nella battaglia di “Bas Jenin”, poiché la sua macchina mediatica – come nella Striscia di Gaza – ha lavorato per diffondere divisioni e voci tra loro secondo cui una fazione stava operando e le altre fazioni avevano lasciato in campo, per seminare divisione. Inoltre, i sistemi di sicurezza dell’Autorità sono intervenuti anche per arrestare gli elementi della Resistenza.
Al ruolo tossico svolto dai media dell’Autorità Palestinese si dovrebbe rispondere con una serie di contromisure che preservino innanzitutto l’unità, e preservino il grande sviluppo degli strumenti di Resistenza derivante da operazioni di qualità a Gerusalemme e in Cisgiordania e nei Territori occupati, e ciò che è stato recentemente annunciato dal Battaglione Ayash sull’inizio dello sviluppo di missili di fabbricazione nazionale. Tra queste misure:
1 – Continuare a tenere riunioni congiunte tra le fazioni della Resistenza e rafforzare il lavoro delle sale comuni, sia a Gaza che in Cisgiordania, poiché la nostra forza non si misura nei numeri ma nell’unità.
2 – Coordinamento delle azioni congiunte contro l’occupazione.
3 – Altre dichiarazioni congiunte come la recente dichiarazione del movimento Hamas e del Jihad Islamico.
4 – Scambio di conoscenze militari tra le fazioni della Resistenza in Cisgiordania.
5 – Attrarre membri addestrati dei sistemi di sicurezza che hanno un sentimento nazionale contrario alla protezione dei campi e alla gestione delle invasioni.
6 – Continuare l’escalation mediatica contro la politica di arresti politici portata avanti dai sistemi dell’Autorità Palestinese contro gli elementi della Resistenza.
di Redazione
