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Arafat: le autorità francesi concludono le indagini sulla morte del leader palestinese

di Manuela Comito

Le autorità francesi hanno riesaminato le prove concernenti la morte dell’ex leader palestinese Yasser Arafat, avvenuta l’11 novembre 2004, e hanno dichiarato concluse le indagini. Dal 30 aprile il fascicolo è in possesso della procura francese che ha 3 mesi di tempo per decidere se archiviare il caso o richiedere la riapertura del processo. I legali della famiglia hanno ancora tempo per produrre deposizioni scritte ma, al momento, nessuno occupa il banco degli imputati e se la situazione dovesse restare invariata il caso verrà archiviato definitivamente.

Yasser Arafat è deceduto presso il Percy de Clamart hospital l’11 novembre 2004 all’età di 75 anni, in seguito all’improvviso aggravarsi del suo quadro clinico; era stato ricoverato presso la struttura a fine ottobre, dopo aver accusato forti dolori addominali. Dal 2001 Arafat viveva a Ramallah, in Cisgiordania, sotto la stretta sorveglianza dell’esercito israeliano. Nel dicembre 2012 Suha, la vedova del defunto leader, decide di presentare denuncia presso il tribunale di Nanterre, in Francia, dichiarando che il marito era stato assassinato e facendo avviare l’inchiesta.

Nel 2013 la sua salma viene riesumata per permettere a un’équipe di investigatori francesi, svizzeri e russi di prelevare 60 campioni di tessuto da analizzare. Le analisi, condotte in un attrezzatissimo laboratorio della città svizzera di Losanna, indicarono la presenza di “livelli anormali di polonio” ma, nonostante ciò, non bastarono per avvalorare la tesi dell’avvelenamento. Eppure David Barklay, medico legale che ebbe modo di studiare le relazioni sull’esito delle ricerche, asserì che i livelli di polonio nelle costole e nel bacino di Arafat erano per ben 18 volte superiori alla norma. E mentre per il medico legale questa era una “prova evidente” dell’avvelenamento e, quindi, dell’omicidio, i giudici francesi hanno deciso di archiviare il caso.

Nel frattempo, nel mese di aprile una “strana” richiesta è arrivata all’Anp dalla Francia: di non mettere a morte l’assassino di Arafat, qualora le indagini sulle sue spoglie ne rivelassero l’identità. A dare l’annuncio è stato Tawfiq al-Tirawi, membro del comitato centrale di Fatah, il quale ha anche sottolineato che le autorità francesi, che si erano impegnate a tenere al corrente delle indagini l’Autorità Palestinese come condizione per poter effettuare i prelievi sui resti di Arafat, erano venute meno a tale impegno, tenendo all’oscuro le autorità palestinesi per quanto concerneva gli sviluppi.

In riferimento alla richiesta francese Tawfiq al-Tirawi ha aggiunto: “Ci siamo consultati con gli organi competenti, tra cui il ministero della Giustizia e la presidenza dell’Anp e abbiamo inviato una lettera in cui è scritto che la magistratura palestinese è indipendente e la Francia deve metterci al corrente di quello che sta accadendo prima di chiederci una cosa del genere”. L’incertezza e i dubbi riguardo le circostanze e le cause che portarono al decesso del leader palestinese, hanno contribuito ad avvalorare la tesi dell’omicidio. Secondo molti palestinesi, Arafat fu avvelenato dall’intelligence israeliana con la complicità di alcuni membri del suo entourage.

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