Al-Shabaab colpisce in Kenya, strage al campus
A Garissa, nell’Est del Kenya, un gruppo di terroristi di al-Shabaab ha fatto irruzione in un campus universitario facendo strage di studenti cristiani; secondo le dichiarazioni rese in serata dal ministro degli Interni Joseph Nkaissery, le vittime sarebbero 147. Gli attentatori hanno assalito il campo alle 5 e 30 del mattino ora locale, uccidendo le due guardie all’ingresso e aprendo il fuoco indiscriminatamente; dinanzi alla reazione delle forze di sicurezza, si sono asserragliati in uno dei dormitori prendendo in ostaggio gli studenti.
Secondo le informazioni, avrebbero diviso i ragazzi per religione, liberando i musulmani e cominciando il massacro dei cristiani, alcuni dei quali sarebbero stati decapitati. La polizia ha attaccato, ingaggiando con i terroristi battaglia finita solo a sera, nel corso della quale sarebbero stati uccisi quattro attentatori e un quinto sospetto sarebbe stato catturato mentre fuggiva dal campus.
La mente del massacro sarebbe già stata identificata in Mohamed Kuno, un ex professore dell’Università di Garissa su cui già pende una taglia.
L’attacco è stato rivendicato da Sheikh Alì Mohamud Rage, uno dei portavoce di al-Shabaab, che ha motivato l’azione per la partecipazione dell’Esercito kenyota alle operazioni contro il gruppo terroristico in Somalia.
Gli al-Shabaab hanno spadroneggiato sulla Somalia centrale e meridionale per anni, finché l’Unione Africana non ha montato la missione Amisom per debellarli, con l’appoggio di missioni di sostegno e tutoraggio di diversi Stati occidentali (fra cui anche l’Italia) per la rifondazione di un Esercito somalo. Stretto fra le formazioni dell’Unione Africana (fra cui appunto il Kenya) ed elementi delle riformate forze armate nazionali, il gruppo terrorista è stato scacciato da Mogadiscio e successivamente da Kisimayo, nel sud del Paese, dove aveva posto le sue basi.
A settembre scorso, l’attacco di un drone ha ucciso il suo capo storico, Ahmed Abdi Godane, insieme ad altri suoi luogotenenti, infliggendo alla formazione un colpo devastante. Da tempo incapaci di controllare il territorio, e sotto i continui attacchi di Amisom e dei militari somali, gli al-Shabaab hanno scelto la strategia di attacchi eclatanti, come quello dello shopping center Westgate di Nairobi nel settembre del 2013.
Allentato il radicamento sul territorio, da cui sono stati nella gran parte espulsi, e persa la presa sui temi locali, da anni i terroristi hanno internazionalizzato la loro agenda per assicurarsi visibilità, legandosi prima ad al-Qaeda e, recentemente, all’Isil. La loro azione si è così spostata in gran parte in Kenya, interagendo con le dinamiche politiche e strategiche interne del Paese a favore di interessi oscuri, secondo il solito copione replicato infinite volte in tutto il Medio Oriente e altrove.