Emirati usano Dahlan per prendere controllo Fatah
Gli Emirati Arabi Uniti spendono ogni mese due milioni di dollari per sostenere le trame ordite da Mohammad Yusuf Dahlan, politico palestinese ed ex uomo forte di Fatah a Gaza, per prendere il comando del movimento di Mahmoud Abbas.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno ripreso la loro ingerenza negli affari interni della Palestina e stanno tentando di colpire duramente la posizione degli eminenti leader palestinesi. Mohammad Yusuf Dahlan è in una guerra segreta con Mahmoud Abbas per prendere il controllo del movimento di al-Fatah, aggiungendo che oltre due milioni di dollari, forniti da Abu Dhabi, vengono pagati da lui ai palestinesi che sono stati persuasi a disertare il movimento di Fatah e a sostenere Dahlan.
Oltre agli Emirati Arabi Uniti, anche il regime egiziano di al-Sisi incoraggia Dahlan a formare un nuovo partito palestinese per sfidare il presidente Abbas.
A Dahlan è stato chiesto dagli Emirati Arabi Uniti di formare un partito politico dissociato da Fatah, dato il rifiuto di Abbas di porre fine alla disputa che risale al 2010. Dahlan vive in esilio negli Emirati Arabi ma è ancora membro del Consiglio Legislativo Palestinese. Le pressioni degli Emirati Arabi Uniti sono tese a candidare Dahlan alle prossime elezioni presidenziali palestinesi.
Proselitismo di Dahlan tra i profughi palestinesi
Jalila Dahlan, moglie di Mohammed Dahlan, ha compiuto per nome del marito un tour per i campi profughi palestinesi in Libano, distribuendo una montagna di dollari – a scopo “umanitario” – per “comprare” le simpatie delle varie milizie armate presenti nei campi. Come si può ben capire dal dispendio di energie e soldi è una disputa in cui si ci gioca tutto. I palestinesi la chiamano la “madre di tutte le battaglie”. Il vincitore diventerà presidente e sarà ricevuto come un capo di Stato in ogni Paese che visiterà, ed enormi somme di denaro saranno a sua disposizione. Chi perderà questa guerra non avrà nulla.
L’ex funzionario di Fatah è più giovane e più audace rispetto al suo rivale, e sta già facendo importanti alleanze all’estero. Dahlan è famoso per essere stato uno dei fondatori della famigerate Forze di sicurezza preventiva palestinesi, formate dopo gli accordi di Oslo nel 1990. Dahlan ha sempre mostrato una forte crudeltà nei confronti dei suoi avversari ed ha avuto un controllo oppressivo della Striscia di Gaza, tanto da essere denominata sotto il suo governo “Dahlanistan”.
Gli Stati Uniti e perfino Israele sono convinti che potrebbe essere uno scudo contro l’espansione dei movimenti di Resistenza come Hamas e il Jihad islamico. Egli ha anche un’immagine “di rilievo” rispetto ad altri leader di Fatah, perché è stato l’unico a resistere a Yasser Arafat. Dal 2001 ha iniziato a criticare pubblicamente le politiche di Arafat, respingendo la nomina del nipote di Arafat, Moussa Arafat, a capo della polizia di Gaza nel 2002.
Altra questione importante è rappresentata dalle finanze di Dahlan. Lo scandalo Mintar Crossing ha rivelato che dal 1997 fino alle sue dimissioni dall’incarico di capo della sicurezza di Gaza, ha incanalato nei suoi conti personali decine di milioni di dollari. Egli ha abbastanza soldi per raggiungere i suoi obiettivi politici e finanziare i suoi sostenitori.
I suoi ottimi rapporti con Israele risalgono ai suoi giorni a Gaza, soprattutto con Amnon Shahak dell’esercito israeliano e Yaakov Perry del Mossad. Ha incontrato tutti i segretari di Stato negli Stati Uniti ed è esemplare il suo rapporto con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Ottimi rapporti emergono anche con il mondo arabo. Un forte legame esiste con il generale egiziano Abdul-Fattah al-Sisi. Con Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti oltre a mantenere legami d’affari, ha ottenuto decine di milioni di dollari da investire per la sua “campagna acquisti”.
di Giovanni Sorbello