Supercoppa italiana, tra polemiche e ipocrisie
La Supercoppa italiana che si disputerà a Gedda il 16 Gennaio 2019 tra Juventus e Milan, ha scatenato polemiche ed indignazione visto che al “King Abdullah Sports City Stadium” di Gedda le donne saranno relegate in un settore a parte rispetto agli uomini. Se apparentemente le donne possono si entrare e sedere in un settore a parte, questo è possibile solo se accompagnate da un uomo ed è la stessa raccomandazione che è stata estesa anche alle donne straniere che dovranno sottostare agli usi e costumi del posto, indossando l’abaya, il tradizionale copri abito nero.
Non appena la notizia è giunta nel circolo dei media in Italia, sono iniziate le dichiarazioni tra l’indignato e l’ipocrita da parte dei rappresentati del governo su tutti Matteo Salvini, che sino a qualche mese fa osannava il mercato dell’Arabia Saudita. Il ministro degli Interni non parlava invano visto che l’Italia è uno dei principali partner del regime saudita, visto il continuo acquisto di armi effettuato da Riadh.
La politica italiana, che in questi giorni si straccia le vesti, dimentica che la scelta della Lega Calcio è dettata da ragioni meramente economiche visto che Riadh ha offerto sette milioni di euro, praticamente il doppio di quanto offerto per le passate edizioni. Il governo saudita ha poi acquistato i diritti per le successive due edizioni per altri 15 milioni di euro. In difesa della scelta di giocare all’estero una finale che riguarda una competizione strettamente italiana è intervenuto il presidente della Lega Calcio, Miccichè, che ha affermato: “In passato anche gli Usa, la Cina, la Libia hanno ospitato la manifestazione”.
I politici italiani dimenticano però che non è il calcio l’unico ambito nella quale le due nazioni hanno sperimentato una proficua collaborazione. Roma ha un legame molto forte con Riadh in termini commerciali visto che è il secondo partner commerciale dopo la Germania ed è l’ottavo a livello mondiale.
Non bisogna dimenticare la brutale aggressione militare conto lo Yemen che il Paese saudita sta portando avanti da quattro anni; un conflitto che ha provocato circa ventimila vittime, ma che passa in sordina nelle rassegne stampe internazionali. La politica italiana dimentica anche che le bombe usate dai sauditi nel conflitto yemenita sono state prodotte da aziende che hanno sede in Sardegna.
Diritti umani in Arabia Saudita
L’Arabia Saudita è un regime wahhabita particolarmente feroce nei confronti dei diritti delle donne e di tutte le varie opposizioni interne, soprattutto quella sciita. Riadh è inoltre alleata fedele dell’Occidente insieme ad Israele, Emirati Arabi ed Egitto nello scontro contro l’Asse sciita composto da Iran, Siria, Libano. Ma di fronte ad accordi economici miliardari i politici italiani sanno bene come indossare una maschera ed esaltare quella storica e meschina sudditanza di cui l’Italia è portabandiera.
di Sebastiano Lo Monaco