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In Palestina aumentano le demolizioni delle abitazioni da parte di Israele

Nel 2016, nei territori palestinesi occupati le autorità israeliane hanno accelerato il processo di demolizione delle abitazioni palestinesi. Il gruppo B’Tselem ha riferito che il numero delle abitazioni abbattute è il più alto degli ultimi 12 anni. Nel report del gruppo sui diritti umani si legge che la campagna di demolizioni ha avuto un primo incremento già nell’agosto del 2015. Lo scorso anno, Israele ha demolito 274 abitazioni in Cisgiordania, con l’esclusione di Gerusalemme Est, causando 1.134 sfollati tra cui 591 minori.

demolizioniSolo a Gerusalemme Est le autorità israeliane hanno distrutto 73 abitazioni palestinesi. Altre 15 abitazioni sono state distrutte dagli stessi proprietari su ordine del comune. La violazione dell’ordinanza avrebbe comportato delle sanzioni impossibili da pagare e molto probabilmente le demolizioni avrebbero avuto lo stesso luogo. Uno degli scenari possibili sarebbe stato quello di addebitare il costo della loro realizzazione. Queste azioni hanno portato al risultato che 295 palestinesi sono rimasti senza casa, tra questi 160 minori.

Continuando nel suo reportage, il gruppo B’Tselem ha affermato che nonostante le differenze tra “Area C” e Gerusalemme Est, le leggi applicati da Israele sono pressochè uguali. Si mira ad eliminare e di ridurre al minimo la terra in possesso dei palestinesi.
Le autorità cinicamente citano costruzioni illegali come pretesto per le demolizioni, mentre allo stesso tempo le autorità vietano la costruzione giuridica da parte dei palestinesi”, affermano i volontari di B’Tselem.

Un’altra accusa che viene mossa alle autorità israeliane è quella di non autorizzare sufficienti permessi di costruzione per venire in contro alla crescente richiesta da parte dei palestinesi di nuove abitazioni. L’unica alternativa, lasciata ai richiedenti, è quella di costruire abitazioni illegali. Il tutto mira, in modo cinico e scriteriato, a creare delle condizioni invivibili costringendo la gente ad abbandonare i territori della Palestina.

Questa è una politica che viola, in modo chiaro, tutte le normali norme del diritto civile e della dignità umana. Allo stesso modo si ha la prova provata che Israele ha come piano quello di continuare ad estendere il controllo della zona e di espropriare chiunque si trovi ad abitare lì. Come in qualsiasi gioco retorico, Israele ed il suo governo di falchi, negano quanto affermato nel reportage di B’Tselem, limitandosi ad affermare che l’amministrazione non fa altro che effettuare delle operazioni di polizia contro le costruzioni illegali in Giudea e Samaria.

Lo scorso anno, l’Amministrazione israeliana ha approvato i piani di colonizzazione per i villaggi di Taanakh e Izbeit at-Tabib, e in questi giorni sta avanzando i piani di colonizzazione della città di Qalqilya, Nabi Ilyas, Hableh e Dahar al-Malakh. Inoltre, sta esaminando diversi piani per legalizzare le infrastrutture e gli alloggi per la popolazione beduina in Giudea e Samaria, nella zona di Ma’ale Adumim e la Valle del Giordano, nell’ambito della quale alle famiglie saranno assegnati appezzamenti di terre comprese le infrastrutture abitative. Questo è quanto afferma la burocrazia israeliana, mentre i freddi numeri ed i fatti raccontano, come sempre, un’altra crudele realtà.

di Sebastiano Lo Monaco

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