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Brasile è sempre più un colosso energetico

Il Brasile è uno dei paesi più economicamente forti in questo periodo storico e deve gran parte del suo successo oltre che alle politiche dell’ex presidente Lula, che ha fatto di Belindia uno dei 10 paesi più ricchi al mondo, anche alla sua grande disponibilità energetica.

A trainare la crescita del paese sviluppando le esportazioni sopratutto il petrolio, con il colosso PetroBras, ed in misura minore il gas.

Ora a Brasilia hanno deciso di diventare anche colossi nel campo dell’energia idroelettrica sfruttando le immense potenzialità del Rio delle Amazzoni, anche se le associazioni ambientaliste sono già scese sul piede di guerra.

Il 17 ottobre il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, e l’amministratore delegato del gruppo francese GDF Suez, Gerard Mestrallet, hanno inaugurato la diga di Estreito, nel bacino amazzonico, capace di generare 1.087 MW e di soddisfare la domanda di una città di 4 milioni di abitanti.

Quello carioca non è un paese nuovo a questo tipo di infrastrutture, anzi già adesso quasi il 90% della propria produzione elettrica deriva dallo sfruttamento dei bacini idrici anche perché come ha ricordato la stessa Rousseff “siamo uno dei pochi Paesi al mondo ad avere questo privilegio di una energia rinnovabile a basso impatto ambientale”.

La struttura, per la cui realizzazione sono stati necessari 5 anni, è stata data in concessione ai privati per 35 anni, alla fine dei quali diventerà di proprietà statale.

Questo progetto inoltre è stato quanto mai importante perché farà da apripista a tutta una serie di iniziative simili.

Il governo locale ha infatti deciso la costruzione di altre 23 nuove dighe elettriche in Amazzonia; la gran parte di queste saranno costruite proprio nel cuore della foresta amazzonica, quindi in uno dei luoghi del mondo a più grande concentrazione di specie animali, la gran parte delle quali protette ed infatti gli ambientalisti, che in passato hanno bloccato la costruzione di una diga a Belo Monte hanno già preannunciato battaglia.

Per la costruzione di queste nuove centrali idroelettriche il governo ha previsto un esborso di oltre 30 milioni di euro, per la metà a carico del programma statale di accelerazione della crescita aumentando così la produzione di energia elettrica di oltre il 50% e solo con le due maggiori dighe in programma rifornire di energia elettrica tutta la metropoli di San Paolo.

“Stiamo pianificando la costruzione con grande cura – ha cercato di tranquillizzare gli ambientalisti il segretario allo Sviluppo energetico Altino Ventura – con l’intento di minimizzare l’impatto ambientale”. João Gilberto Lotufo, direttore dell’Agência National de Águas (ANA), ha affermato che il Brasile dovrebbe smettere di scusarsi e focalizzarsi sulla crescente fame di energia del Paese sudamericano.

Dopo petrolio e gas, il Brasile, si getta a capofitto nella produzione di energia elettrica senza considerare che l’energia solare è uno dei dossier allo studio del governo.

di Fabrizio Di Ernesto

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