Libano – Non basta il dolore per essere stati costretti a lasciare le proprie case a causa di una vile aggressione che ha colpito il proprio Paese, ma spesso le avversità influiscono a rendere ancora più difficile la sopravvivenza di chi è costretto a vivere da profugo.
Come successo ai palestinesi nei decenni passati, i siriani vivono oggi una sorte simile; in milioni si trovano a vivere da “stranieri” nei Paesi vicini, senza più una casa, un lavoro e spesso vittime di violenze e abusi. Nelle scorse settimane, le forti piogge che si sono abbattute sulla provincia libanese di Akkar hanno provocato inondazioni, ed hanno spazzato via le tende dei rifugiati siriani. Diversi bambini siriani sono morti a causa del freddo.
Nei mesi scorsi, tre ragazze siriane sono morte a causa dello scoppio di un incendio in un campo per profughi siriani nella città di Bennin nel distretto di Akkar, a nord del Libano. Il governo siriano ha invitato i suoi cittadini che hanno lasciato il Paese a tornare in Patria, impegnandosi a fornire loro tutti i bisogni, sia nelle loro case che nei centri di accoglienza temporanea, un passo che ha motivato molti rifugiati siriani a tornare nel loro Paese.
Attualmente più di 1,1 milioni di profughi siriani sono rifugiati in Libano. L’afflusso di rifugiati siriani sta esercitando enormi pressioni sui sistemi infrastrutturali, dell’istruzione e della sanità del Libano. Più di quattro milioni di siriani sono fuggiti dalle violenze dei gruppi terroristici trasferendosi nei Paesi vicini, soprattutto in Giordania e Libano; altri 7,2 milioni sono diventati sfollati interni, riferiscono fonti delle Nazioni Unite.
di Redazione
