Haaretz: Aumento della spesa militare sarà un disastro per l’economia
Sullo sfondo dell’aggravarsi della crisi in Israele, causata tra l’altro dalle guerre a Gaza e in Libano, si profila una nuova crisi interna attorno alla richiesta del Ministero della Difesa di aumentare il proprio budget, il che potrebbe avere un impatto negativo sull’economia israeliana. Il quotidiano Haaretz ha fatto riferimento a questa richiesta in un articolo d’opinione: “Non dobbiamo cedere alla pressione esercitata dal sistema di sicurezza, che richiede un enorme aumento del budget”. L’articolo di Haaretz chiarisce che “il disastro che ci ha colpito il 7 ottobre non è stato dovuto a un problema di bilancio dell’Idf, ma il contrario. L’Idf ha ricevuto un grosso budget, ma era impegnato a migliorare gli stipendi e le pensioni del personale permanente invece di prepararsi alla guerra.
Il peso della sicurezza imposto a Israele è il più alto del mondo occidentale. Questo peso vale anche nei giorni normali, ma è aumentato in modo significativo durante l’ultimo anno, quando il bilancio della difesa è cresciuto fino al 6,5% del Pil.
Confronto budget con Paese Nato
Per fare un confronto, il budget per la difesa di un Paese europeo membro della Nato è solo circa il 2% del Pil. L’enorme budget militare degli Stati Uniti, che ammonta a 875 miliardi di dollari all’anno, rappresenta solo il 3,5% del Pil americano. Il bilancio della difesa israeliana quest’anno ammonta a 130 miliardi di shekel (35 miliardi di dollari), ovvero il 6,5% del Pil.
Sebbene questo onere sia molto elevato, è molto inferiore a quello della guerra dello Yom Kippur nel 1973, quando raggiunse il 35% del Pil – un record mondiale – e causò una grave crisi economica: un enorme deficit di bilancio, una crisi del bilancia dei pagamenti, inflazione dilagante, ripetute svalutazioni dello shekel, perdita di riserve valutarie e crescita economica pari a zero che hanno quasi portato il Paese alla bancarotta.
Questo periodo, che durò dal 1974 al 1985, fu soprannominato “Il decennio perduto” e terminò solo grazie al piano di stabilizzazione del luglio 1985, che prevedeva ampi tagli al bilancio della difesa.
Haaretz: vietato cedere alla pressione esercitata dall’establishment militare
Oggi Israele è lontano da quella crisi, ma anche il 6,5% del Pil potrebbe portare ad una grave crisi economica. Pertanto, secondo Haaretz, è vietato cedere alla pressione esercitata dall’establishment della sicurezza nella richiesta di un enorme aumento del budget.
L’Idf, lo Shin Bet e il Mossad chiedono altri 50 miliardi di shekel all’anno per i prossimi quattro anni. D’altro canto, il Ministero delle Finanze sostiene che l’economia israeliana può sopportare un aumento di soli 20 miliardi di shekel all’anno.
Deve essere chiaro che il pubblico è effettivamente interessato alla massima sicurezza, ma vuole anche un’elevata qualità della vita, un’occupazione stabile e una crescita economica che consenta il miglioramento dei servizi sanitari, educativi, assistenziali e di trasporto.
Secondo il dottor Shmuel Abramson, capo economista del Ministero delle Finanze, ogni aggiunta di 10 miliardi di NIS al bilancio della difesa aumenterà il peso su ciascuna famiglia in Israele di circa 4mila NIS all’anno in media. La raccomandazione del Comitato Nagel di aggiungere NIS 30 miliardi all’anno costeranno a ciascuna famiglia circa 12mila NIS all’anno, una cifra vicina allo stipendio mensile medio.
L’onere si farà sentire in una diminuzione dei salari e del reddito, insieme ad un aumento delle tasse, sia dirette che indirette, come l’imposta sul valore aggiunto, le tasse di previdenza sociale e i tagli agli assegni familiari. Tutto questo in aggiunta al deterioramento dei servizi governativi che non sono legati alla sicurezza.
Disastro del 7 ottobre non causato da un problema di bilancio, ma da una cattiva pianificazione e gestione
Va ricordato che il disastro del 7 ottobre non è stato causato da un problema di bilancio, ma da una cattiva pianificazione e da una cattiva gestione. Il budget eccessivo dell’Idf lo ha reso grasso, pigro e burocratico, invece di snellirlo e prepararlo alla guerra.
Prima che venga approvato qualsiasi aumento di bilancio, si dovrebbe chiedere all’Idf di diventare più efficiente, soprattutto nel settore degli stipendi e delle pensioni per il personale permanente non combattente, e di affrontare il problema della disoccupazione nascosta nel sistema di sicurezza.
In ogni caso è vietato aumentare permanentemente il budget per la sicurezza. Bisogna capire che senza un’economia forte non è possibile un esercito forte.
di Redazione