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Caritas, rapporto sulla povertà in aumento


L’allarme povertà è stato lanciato dalla Caritas. Nel rapporto, intitolato “Fili d’erba nelle crepe, risposte di speranza”, vengono evidenziati i fenomeni di disagio sociale che stanno assumendo in modo preoccupante e pericoloso caratteristiche croniche.

L’Italia che non cresce, che continua a scendere nella scala sociale che non è più solo sud ma anche nord, con una nuova questione settentrionale della povertà che è segno inequivocabile di un arretramento che procede a passo spedito da almeno dieci anni. Povertà che si ripercuote nell’accesso alle cure di una sanità sempre più privata e sempre meno universalistica.

Istat avalla rapporto Caritas

Ad avallare il rapporto Caritas vi è anche quello dell’Istat che conta quasi una persona su dieci, il 9,7% vive in una condizione di povertà assoluta. I numeri dicono che vi sono 5milioni e 694mila poveri assoluti per un totale di 2milioni e 217mila famiglie (l’8,4% dei nuclei). Il dato inquietante è che da un decennio la povertà non tende a diminuire passando da un 6,9% al 9,7% sul piano individuale e dal 6,2% all’8,4% su quello familiare.

Ad indebolirsi è stato soprattutto il nord del Paese, quello che una volta veniva definito il motore trainante, dove adesso il numero della famiglie povere supera quello del sud e delle Isole, anche se l’incidenza percentuale continua ad essere più pronunciata nel Mezzogiorno (il 12% rispetto all’8,9% del Nord) con una linea di demarcazione che si assottiglia sempre di più. È l’Italia che arranca rispetto al resto d’Europa, con le difficoltà economiche che sembrano tramandarsi da generazione in generazione. Un quinto degli europei tra i 29 e i 59 anni, cresciuto in famiglie svantaggiate, tende a trovarsi in condizioni finanziarie precarie in Italia, peggio solo Romania e Bulgaria.

Minori in povertà

Altro dramma è l’incidenza ai massimi storici della povertà assoluta tra i minori, pari al 13,8%, uno svantaggio che viene ritenuto “endemico”. Sono un milione e 295mila i bambini poveri, un indigente su quattro è un minore con i nuclei familiari più svantaggiati con livelli di spesa al di sotto della soglia di povertà.

Altro allarme sociale è la percentuale di lavoratori poveri che tocca l’8% degli occupati, con i salari italiani che sono calati del 4,5% rispetto alla medie europea, con delle differenze marcate tra dirigente (2,8%) e operaio (16,5).

Aumentano gli ingressi nei centri di ascolto dove viene seguita una persona su quattro e dove si evince il binomio tra povertà economica e povertà educativa, con il 63,7% degli assistiti che possiede la licenza media inferiore. Le famiglie con minori sono le più numerose con il 56,5% dei beneficiari, aumenta anche il disagio psicologico e psichiatrico con un aumento, tra il 2022 e il 2023, del 15,2%.

di Sebastiano Lo Monaco

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