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Scuola, mancano i docenti di sostegno

Come la sanità pubblica, la scuola soffre di malattie congenite risapute ai più. Classi pollaio, docenti demotivati e mal pagati, strutture molte volte non a norma.

Scuola e disabili

I dati emersi dal focus denominato “Principali dati della scuola”, stilato all’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 e presente sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha rivelato che vi è un problema strutturale e sistemico: nel dettaglio è emerso che nelle scuole statali ci sono 362.115 classi le quali hanno 7.073.587 studenti di cui 331.124 con disabilità.

Nella scuola dell’infanzia troviamo 23.651 bambini con disabilità, nella primaria 123,436, nella scuola di primo grado 89,356 e in quella di secondo grado 94,680. La regione con il maggior numero di studenti disabili è la Lombardia con 58,042, seguita dalla Campania con 35,299, il Lazio con 34,921 e la Sicilia con 33,629. Questi i numeri principali, perché quando si parla di alunni con disabilità bisogna osservare il numero degli insegnanti di sostegno.

Insegnanti di sostegno

Mentre aumentano gli alunni con disabilità, gli attuali insegnanti di sostegno sono crollati dai 234,460 dello scorso anno agli attuali 205,253. La carenza degli insegnanti di sostegno è un problema atavico che l’Italia si porta dietro da anni. Stando alla UIL Scuola, una delle possibili soluzioni sarebbe “Specializzare per stabilizzare i docenti precari su sostegno con un piano di assunzioni che prevede anche la trasformazione graduale dell’organico di fatto in organico di diritto[…], al contempo sarebbe indispensabile stabilire un collegamento tra il numero di posti disponibili e il reale fabbisogno nazionale.”
Le assunzioni ci sono state, ma le 21mila ammissioni ai corsi universitari di specializzazione, situati in luoghi geograficamente non funzionali alle esigenze dei territori, costituiscono un fabbisogno che non corrisponde adeguatamente alle necessità dell’intero Paese.

Il sostegno è sempre più precario e l’anno in corso potrebbe far registrare un record di insegnanti di sostegno supplenti, con buona pace della continuità didattica. Una doccia gelata quella presente nel Decreto Milleproroghe, dove non è stata inserita la proroga che avrebbe permesso di assumere i docenti di sostegno dalle graduatorie provinciali delle supplenze di prima fascia, ossia i docenti in possesso di specializzazione per il sostegno. Quello che succederà è che i concorsi non riusciranno a coprire i posti a disposizione, soprattutto nelle provincie del Nord. A monte c’è un problema di posti banditi dalla Università per il TFA, pochi soprattutto in regioni dove c’è più bisogno, dove ci sono 171 candidati per 4,111 posti alla primarie, 84 per 440 nella scuola dell’infanzia e 530 su 2,019 alle medie.

di Sebastiano Lo Monaco 

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