Barghouti si candida alle elezioni presidenziali
Il leader senior di Fatah, Marwan Barghouti, ha in programma di candidarsi alle elezioni come presidente dell’Autorità Palestinese. Barghouti è in una prigione israeliana dal 2002.
Secondo l’agenzia Rai al-Youm, la moglie di Barghouti, Fadwa, che è un membro del Consiglio rivoluzionario di Fatah, un anziano assistente di Mahmoud Abbas “ha minacciato” suo marito di non candidarsi alla presidenza. Tuttavia, la moglie ha dichiarato che Marwan è determinato a candidarsi alla presidenza e al parlamento.
Per molti dei palestinesi fedeli a Fatah, Marwan Barghouti sarebbe il candidato preferito, anche su Abbas. Il leader imprigionato gode di molta popolarità tra i membri e i funzionari di Fatah.
Gli alti funzionari di Fatah, tra cui Naser Al-Qidwa, cugino del futuro presidente Yasser Arafat, sostengono la candidatura di Barghouti contro Majed Faraj e Al-Sheikh, la cui presenza nel corpo politico è legata a quella di Abbas.
Barghouti e la corruzione dei leader di Fatah
I leader di Fatah e dell’Autorità Palestinese credono che Marwan rifiuterà le richieste di non candidarsi alle elezioni perché non ha nulla da perdere. D’altra parte, se vincerà, porterà molta attenzione internazionale sulla difficile situazione dei prigionieri palestinesi detenuti dal regime di occupazione.
Rai al-Youm ha riferito che Al-Sheikh ha offerto a Barghouti un posto di primo piano alle elezioni parlamentari se accetta di non candidarsi alla presidenza, ma ha rifiutato. Marwan ha riferito ad Al-Sheikh e a tutti gli altri che ha anche rifiutato una telefonata di Mohammad Dahlan, l’ex funzionario della sicurezza di Fatah.
Al-Sheikh ha promesso a Barghouti che l’Autorità Palestinese avrebbe condotto una campagna per il suo rilascio dalla prigione se avesse accettato di non candidarsi alla presidenza. Le faide all’interno di Fatah sono già iniziate.
Corsi e ricorsi storici dimostrano che i palestinesi restano vittime prima che di Israele, dei loro leader prezzolati e corrotti, sempre più utili al nemico israeliano che alla causa palestinese. Fortunatamente esiste anche una speranza forte e determinata che risiede nel cuore della Resistenza palestinese. Quella vera, lontana da imbrogli, corruzione e giochi di potere.
di Yahya Sorbello