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Yemen, nuovo massacro saudita di civili

Le forze militari saudite hanno commesso un nuovo massacro contro i civili yemeniti. L’attacco aereo di venerdì scorso ha colpito edifici residenziali nel quartiere Faj Attan della capitale dello Yemen, Sanaa, uccidendo almeno 14 persone, compresi bambini e donne.

Non ha tregua la brutale aggressione della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che negli ultimi giorni ha intensificato attacchi aerei in aree residenziali, uccidendo e ferendo decine di civili. Le Nazioni Unite parlano di 42 civili uccisi da attacchi della coalizione saudita nel corso della scorsa settimana fino a giovedì; mercoledì almeno 35 vittime in un attacco aereo su un hotel nel distretto Arhab di Sanaa.

Nell’attacco di venerdì il numero delle vittime, che comprendono anche due donne e sei figli, dovrebbe aumentare poiché i soccorritori sono ancora impegnati a scavare tra gli edifici crollati alla ricerca dei corpi.

Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, il numero di morti nel conflitto ha superato oltre 10mila persone e quasi 40mila sono stati feriti. Circa 14 milioni di civili hanno bisogno di aiuti alimentari e circa 462mila bambini soffrono di malnutrizione acuta.

Anche questa sporca guerra è ritratta come una guerra necessaria contro il terrorismo. Ma gli Houthi, una tribù dello Yemen settentrionale, sono solo membri del maggior movimento di Resistenza nello Yemen. Si vuole cancellare lo Yemen, i sauditi vogliono imporre la loro volontà. Gli Stati Uniti stanno beneficiando dello status quo vendendo armi ai sauditi.

Si tratta del controllo sul percorso del petrolio mondiale. Se si guarda all’Iraq e alla Siria è lo stesso gioco, dove viene utilizzato il terrorismo. Fumo e specchi per l’ennesima guerra sporca. Se guardiamo il grado di distruzione, il numero delle vittime, le armi utilizzate sistematicamente contro i civili, non possiamo chiamare questo conflitto una guerra di ripristino politico. Non possiamo chiamarla in altro modo, la guerra in Yemen è genocidio di guerra e un crimine contro l’umanità.

Fa riferimento alla situazione umanitaria nel Paese anche la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che recentemente la definisce “sempre più catastrofica”, preoccupata per i piani della coalizione a guida saudita di attaccare il più grande porto dello Yemen, dal momento che taglierà fuori la capitale del Paese dalle forniture di aiuti umanitari. Ma chiamare in causa diritti umanitari nasconde spesso altre verità.

L’avvertimento della Russia ai Sauditi di smettere di bombardare il porto di Hudaydah non è forse in riferimento a quei 100 miliardi di dollari impiegati dall’Unione Sovietica dal 1968 al 1991 – quando lo Yemen del sud era chiamato la 16^ repubblica sovietica – per costruire il porto come base navale russa, a cui lavorarono migliaia di specialisti sovietici? L’avvertimento della Russia ai Sauditi potrebbe avere una solida base giuridica, se i diritti di proprietà sovrani sono ancora validi in questo mondo.

di Cristina Amoroso

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