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Whirlpool, maxi bonus al manager che chiude i siti

Whirlpool – Sembra la trama di un film di Ken Loach: un manager, sotto impulso della sede centrale, avrà un bonus del valore di tre milioni di euro se riuscirà a chiudere entro il 30 Giugno del 2024, alcuni siti tra Europa e Africa.
Dell’arte cinematografica di Ken Loach, in questa storia, non c’è nulla. Forse diventerà un film, quello che è sicuro è che siamo dinnanzi ad una delle tante aberrazioni del capitalismo.

Area Europa, tra cui Italia, Medio Oriente, Africa. C’è un nome ed un cognome: Gilles Morel. La multinazionale è la Whirlpool, elettrodomestici made in Usa che già in Italia ha mandato a ramengo il sito di Napoli. Per questi signori, lavorano in Italia più di 4mila dipendenti, già a maggio era stata avviata, quello che in termine tecnico, viene chiamata, “revisione strategica”, una manovra da completare entro il 30 settembre.

A quanto pare, anche se nessuna conferma è arrivata, i sindacati sono sul piede di guerra perché temono la cessione e quindi lo smantellamento del personale.

Crisi Whirlpool: e la politica?

La politica tace e non da adesso, nonostante le intenzioni degli americani fossero chiare già nella scorsa primavera. Adesso, poi, con la campagna elettorale e con tutt’altri pensieri per la testa, è difficile che qualcuno prenda a cuore le sorti della Whirlpool. Nel frattempo però, la produzione del marchio Indesit è passata al gruppo turco Arcelik.

La cessione del marchio Indesit e Whirlpool nelle aree dell’ex Unione Sovietica come Bielorussia, Armenia e Georgia, hanno reso l’aria Emea meno appetibile per i futuri compratori. Oltre all’Italia, Whirlpool ha siti in Polonia e Slovacchia e la collocazione tra i due Paesi rende meno possibile il coordinamento europeo per evitare la dismissione e già da Maggio la Whirlpool aveva lasciato intendere di voler riscrivere il perimetro industriale dell’azienda. In tutto questo è assordante il silenzio della politica che se n’è rimasta a guardare.

E il ministero dello Sviluppo economico? Niente, non pervenuto. Eppure sono state mandate tre lettere, tutte senza risposta. L’eminenza grigia della Lega avrebbe tutte le buone ragioni per evitare uno sciopero proprio sotto casa. Sì perché uno dei siti produttivi della Whirlpool si trova a Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese a cinque chilometri dal luogo di nascita del ministro, Cazzano Brabbia.

Rischio migliaia di licenziamenti

La politica tace, ma rischiano il licenziamento migliaia di lavoratori tra Caserta, Fabriano, Siena, Comunanza. Nessuno muove un dito, nessuno ha interesse a gestire la situazione. L’Italia, ancora una volta, dimostra tutta la sua pochezza nel difendere il lavoratore, vittima designata delle peggiori nefandezze della politica. Una politica sciatta, miserabile, che manca di autorevolezza. Il tempo stringe, chiunque vincerà il teatrino delle elezioni avrà poco da festeggiare perché la strada è segnata: crisi energetica, pandemia, Pnrr, cassa integrazioni e licenziamenti.
L’autunno si prevede ancora volta bollente.

di Sebastiano Lo Monaco

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