Violenza sulle donne: 4 su 5 violentate da italiani
La violenza sulle donne è un fenomeno antico e in Italia purtroppo ancora attuale. Se la percezione alterata del fenomeno fa gridare allo straniero che violenta le donne, i dati regalano un’altra immagine. Ultimo caso in ordine di tempo è la violenza avvenuta a Parma; a denunciare il noto imprenditore Federico Pesce è stata una ragazza che ha dichiarato di essere stata rinchiusa nell’appartamento dell’uomo, li ha subito delle violenze da Federico Pesce e dal pusher di fiducia, Wilson Ndu Anihem, insieme alla quale hanno stuprato e torturato per tutta la notte la giovane donna. Un altro caso avvenuto questa estate è quello di Menaggio sul lago di Como, dove due diciassettenni avrebbero subito violenza di gruppo da parte di quattro ragazzi: un italiano e tre stranieri, tutto il branco è stato individuato ma per assenza di prove sono stati scarcerati in quanto le due ragazze hanno dato delle descrizioni dell’accaduto che non hanno convinto i giudici; altro caso a Rimini dove due allievi della scuola di polizia hanno aggredito e violentato una ragazza tedesca.
A risaltare in questi giorni sono i titoli dei giornali, in alcuni di essi, il peso delle violenze effettuato sarebbe maggiore a seconda se a compierle sia un italiano o uno straniero; per farsi un’idea basta leggere il titolo di Libero: “Bestia Bengalese” e “verme senegalese” mentre per i casi riguardanti gli italiani nessun accenno, ancora più emblematico il ministro dell’Interno Salvini che nella sua perenne campagna elettorale si ricorda di twettare solo del senegalese, degli italiani nessuna notizia.
Infatti, stando ai dati dell’Istat evidenziati da Giorgio Alleva essi dimostrano che gli stupri commessi sulle donne italiane sono stati commessi da connazionali in oltre l’80% dei casi, in parole semplici 4 volte su 5 chi compie violenza su una donna è italiano mentre nel 62,7% dei casi a commettere violenza è il partner, ma nonostante ciò lo storytelling del ministro degli Interni e di alcuni giornali vicini alle sue politiche narrano una realtà differente.
Basterebbe andare indietro con la memoria in questo paese smemorato per vedere come reagì la politica e l’opinione pubblica sulla vicenda dei Carabinieri di Firenze accusati di aver violentato due studentesse americane; si alzò un velo a protezione dei due militari ed iniziarono i processi sulla morale delle due studentesse accusate di aver “cercato” quanto accaduto; i militari, va ricordato erano in servizio, furono visti come due maschi che non si sono tirati indietro dinnanzi alle avances di due donne ubriache; quando questo non funzionò si provò allora a tirare fuori la storia di una fantomatica assicurazione sottoscritta dalle due americane che avrebbero incastrato i due militari per intascare i soldi.
E’ facile fomentare una paura inconscia insita nell’italiano, la pura dell’uomo nero che si impossessa della donna italica, buona madre di famiglia dedita alla cura dei figli e devota al marito in un immagine rimasta immutata. Questa fobia fa parte di uno scenario più ampio che è quello della paventata invasione e della fantomatica “sostituzione etnica” in cui l’uomo nero ruba le donne, il lavoro, la casa, il wi-fi, la terra e quindi la donna diviene un oggetto da difendere soprattutto se madri, mogli, figlie, sorelle; la donna è proprietà dell’uomo e come tale va trattata.
Tutto ciò ha una ripercussione nel comportamento di denuncia delle donne nel caso di violenza sessuale; stando sempre ai dati dell’Istat nel caso di stupri commessi fuori dalla coppia, la quota di vittime di stupro subito da parte di un autore straniero che dichiara di aver denunciato è oltre sei volte più alta rispetto al caso in cui l’autore sia italiano. Per il tentato stupro la differenza è addirittura di 10 volte, in parole povere: la percezione della gravità cambia a seconda della nazionalità dello stupratore e di quella della vittima.
In conclusione, la nostra millenaria civiltà dall’inizio del 2018 ha commesso 1600 stupri nei primi sette mesi del 2018 come evidenziato dal dossier della Polizia di Stato; in tutto ciò mancano le violenze sommerse che si consumano tra le mura domestiche perpetrate da mariti e compagni che magari inveiscono contro il nero invasore abbeverandosi alla fonte malata della cronaca.
di Sebastiano Lo Monaco