Vienna, continua a slittare l’accordo sul nucleare iraniano
Mentre i tecnici dell’Aiea (l’Agenzia Onu per il nucleare) lasciavano Teheran soddisfatti per gli incontri costruttivi avuti con l’ente iraniano per l’energia nucleare, a Vienna la stucchevole trattativa fra i 5+1 e l’Iran continua a segnare il passo.
Doveva concludersi il 30 giugno, ma il termine è stato spostato prima al 7 luglio ed ora, secondo quanto già trapelato e confermato da Federica Mogherini, rappresentante della Ue per la politica estera che ha partecipato agli incontri, slitta a giovedì.
In realtà, l’assenso s’è già trovato sui punti più controversi: lo smantellamento delle sanzioni finanziarie e petrolifere simultaneo all’applicazione dell’accordo e il sistema di ispezioni dell’Aiea ai siti nucleari iraniani. Ma più s’avvicina la definizione completa della trattativa, più i negoziatori del sestetto (Usa e Francia a distinguersi in questo) tirano fuori sempre nuovi cavilli; adesso il nodo pare essere la cessazione dell’embargo dell’Onu sull’acquisto di armi da parte dell’Iran: resistenza singolare se appena si considera che l’Arabia Saudita e tutti i Paesi suoi alleati dell’area sono impegnati in una colossale corsa agli armamenti, dichiaratamente in chiave anti iraniana.
Come già detto altre volte, Obama l’accordo lo vuole, ma è azzoppato da un Congresso manovrato da Israele e dalle lobby filo-saudite; non ha la forza per chiudere d’imperio la trattativa, e mentre lascia messaggi distensivi permettendo lo sblocco di attività e capitali iraniani nel mondo, è costretto a cercare di salvare la faccia dinanzi ai propri strenui oppositori.
Dubitiamo che da questa debolezza potrà uscire un accordo completo che metta finalmente fine ad una vicenda che dura ormai da dodici anni; probabilmente ci sarà l’ennesimo compromesso, farcito di piccole concessioni immediate per non spezzare il filo delle trattative, mentre sullo sfondo Netanyahu continuerà ad inveire sull’intesa.
Ma il tempo corre e, comunque vadano i colloqui, i fatti stanno già superando i negoziati senza che i loro nemici possano più bloccare la rete di rapporti economici, commerciali e politici che il mondo intero sta intessendo con Teheran.