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Varsavia: fallito il vertice anti-Iran, Italia presente

La Conferenza di Varsavia, iniziata mercoledì nella capitale polacca ha visto la partecipazione di sessanta governi e alti livelli di diserzione, nonostante i vasti tentativi di Washington di organizzare un vertice onnicomprensivo per promuovere “Pace e sicurezza in Medio Oriente”, ma con l’obiettivo principale anti-Iran, definito la principale minaccia del Medio Oriente. L’incontro, totalmente fallimentare,  ha riunito una serie di monarchi del Golfo e altri arci-nemici di Teheran, tra cui Mike Pence, Mike Pompeo e il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netatnyahu.

VarsaviaTuttavia, i principali alleati europei di Washington, tra cui Francia, Germania e, per ora, il Regno Unito, hanno minimizzato l’importanza della riunione insolita. Jeremy Hunt, il ministro degli Esteri britannico, era a Varsavia per presiedere allo Yemen Quad Meeting, ma non per prendere parte al vertice contro l’Iran. La Francia ha inviato un diplomatico di secondo livello e la Germania il suo primo ministro degli Esteri. Un’altra assenza notevole è stata quella di Federica Mogherini, il capo degli Affari Esteri dell’Ue, che ha contribuito a mediare lo storico accordo nucleare del 2015 con l’Iran. La stampa europea è stata in gran parte critica nei confronti dell’evento, con il Guardian che nel suo editoriale ha scritto: “Quanto è lontano Trump dal resto dell’Occidente”.

Mentre Iran, Russia e Turchia preparano un vertice a Sochi con lo scopo di lavorare per la pace in Siria e la Corte Onu respinge le scuse degli Stati Uniti e si prepara a governare il furto degli asset del popolo iraniano, i funzionari di Trump fanno finta di niente cercando di nascondere la loro perpetua illegalità e l’isolamento globale dietro una sciarada a Varsavia.

“Per quanto riguarda il vertice di Varsavia, penso che sia morto all’arrivo o morto prima dell’arrivo”, ha commentato Mohammad Javad Zarif, il ministro degli Esteri iraniano. “È un altro tentativo da parte degli Stati Uniti di perseguire un’ossessione con l’Iran che non è ben fondata”, ha affermato.

Washington si è scontrata contro la volontà dell’Europa di non archiviare l’accordo sul nucleare e mantenere aperto il dialogo. “L’Unione europea e gli Stati Uniti condividono l’opinione sulla situazione in Medio Oriente e sull’impatto negativo dell’Iran, ma hanno visioni diverse su cosa fare e come farlo”, ha sintetizzato a fine vertice il ministro degli Esteri polacco, Jacek Czaputowicz, padrone di casa.Abbiamo detto all’unisono che bisogna aumentare la pressione sull’Iran, ma diversi Paesi possono arrivare a diverse conclusioni”, ha commentato il segretario di Stato americano Mike Pompeo.

A Varsavia il ruolo supino dell’Italia

Mentre le principali cancellerie europee hanno reagito con freddezza all’invito, a partire da Parigi e Berlino presenti con funzionari minori, il ministro degli Esteri italiano, Moavero Milanesi, ha partecipato al vertice, facendo vivere all’Italia un altro giorno da pecora, stando ben accucciata ai piedi di Washington, in accordo perfetto con Israele, le monarchie del Golfo e i Sauditi. In continuità con quanto aveva dichiarato Renzi durante le primarie del Pd nel 2012, alla domanda rivolta da Sky tv su quale fosse il principale problema per la pace, rispose: “L’Iran”.

In realtà questo vertice di Varsavia era diretto non solo contro l’Iran ma anche contro la Russia di Putin e la Cina. Forse la presenza di Moavero era giustificata dal desiderio di compiacere il governo di Varsavia dopo la visita di Salvini che a gennaio ha incontrato qui il leader nazionalista, Jaroslaw Kaczynski il quale punta ad avere una base militare americana fissa in funzione anti-russa.

Se Pence, furibondo, ha attaccato duramente anche gli europei perché vogliono mantenere l’accordo sul nucleare e stanno mettendo in atto un sistema per aggirare le sanzioni Usa, solo l’Italia, appecoronata, dà sempre soddisfazione a Washington, perché ha già congelato gli acquisti di petrolio iraniano, nonostante sia con la Grecia tra i Paesi – gli unici dell’Unione Europea – esentata fino a maggio dalle sanzioni Usa relative all’acquisto di petrolio da Teheran. Più che un’Italia sovranista, vediamo un’Italietta senza vergogna.

di Cristina Amoroso

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